“Andrò in vacanza ad agosto al mare, nella mia Liguria, nella casa di famiglia di Celle Ligure, e in spiaggia non terrò la mascherina. La indosserò solo dove ritengo che serva: ad esempio al supermercato o in farmacia, su un treno e in tutti gli ambienti chiusi dove non è possibile il distanziamento”. Risponde così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, interpellato sulle sue vacanze e sui comportamenti ‘estivi’ anti-Covid.
“Con il 50% di italiani vaccinati, con gli ospedali che si svuotano, con un indice Rt a livelli che non vedevamo da mesi e soprattutto con un numero di casi per 100mila abitanti bassissimo (in Liguria siamo a 10 casi per 100mila abitanti) devo capire la ragione per cui indossare la mascherina quando sto sul lettino in spiaggia o sul cocuzzolo di una montagna”, ragiona Bassetti. Che ai vacanzieri italiani dice “non facciamo diventare la mascherina un vessillo, qualcosa che metti sennò prendi la multa. Come viene portata oggi poi è un non senso: c’è gente che la porta in macchina ed è solo, mentre sta in scooter o camminando da solo in un bosco oppure quando quello affianco è a 3 metri di distanza. Dunque ai bagnanti dico che, nonostante l’obbligo, è anacronistico portarla in spiaggia, quando vanno al bar invece devono metterla”.
Quanto alle sue ferie, Bassetti confessa: “le farò, dopo un anno pesantissimo, ma restando a 30 km da Genova, perché per un direttore di una struttura operativa complessa non è mai vacanza, il cellulare è sempre accesso, la chat che ho con i miei collaboratori suona e suonerà anche in vacanza di giorno e di notte, e in tutte le feste comandate. Insomma – ironizza – sarò come il dottor Raniero Cotti Borroni del film ‘Viaggi di nozze’ di Verdone, sempre reperibile, e a ogni telefonata risponderò ‘No, non mi disturba affatto, mi dica’. I miei figli mi prendono in giro per questo ma io rispondo davvero così, sempre a ogni ora e 365 giorni l’anno”.
La cosa che più desidera fare? “Riappropriarmi del rapporto con i miei figli, di 12 e 16 anni, che in questo anno e mezzo ho visto ma stando sempre con la testa da un’altra parte, ho bisogno di stare con loro non solo dal punto di vista fisico ma anche di sintonia mentale”.