Roma, 15 lug. – Dalla ricognizione dello stato delle infrastrutture sulla base degli ultimi dati tecnici disponibili (riferiti al 2021), è emerso, a livello nazionale: un valore delle perdite idriche lineari mediamente pari a 17,2 mc/km/gg, nonché un valore medio delle perdite idriche percentuali pari al 40,7% (era il 41,2% nel 2019). Si rilevano valori di perdite più contenuti al Nord e valori medi più elevati al Centro e nel Sud e Isole, dove poco meno della metà della risorsa idrica immessa nei sistemi di acquedotto viene dispersa. E’ quanto emerge dalla relazione annuale 2022 di Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente.
Per quanto riguarda le Interruzioni del servizio (la cui attivazione ai fini dell’applicazione del meccanismo di incentivazione è prevista a partire dall’anno 2020), il valore è fortemente condizionato da situazioni critiche a livello territoriale (specie nel Sud e Isole). In particolare, si osservano numeri bassi nel Nord Ovest (0,71 ore/anno) e nel Nord Est (0,64 ore/anno), superiori nel Centro (6,92 ore/anno) e più elevati nel Sud e Isole13 (171,41 ore/anno); i dati più critici sono riferibili a gestioni collocate nelle regioni Abruzzo e Sicilia. Rispetto ai dati precedenti, è stata comunque registrata una riduzione media delle interruzioni pari al 31%.
L’analisi del fabbisogno di investimenti (al lordo dei contributi) per il periodo 2020-2023 a livello nazionale conferma la concentrazione degli sforzi dei gestori al contenimento del livello di perdite idriche, che pertanto risulta obiettivo prioritario nelle scelte di pianificazione degli Enti di governo dell’ambito. Complessivamente le risorse destinate agli interventi per il miglioramento delle perdite costituiscono circa il 22% del fabbisogno totale del campione per il quadriennio 2020-2023, valore sostanzialmente in linea con quello rilevato nel biennio 2018-2019. Seguono gli investimenti per il miglioramento della qualità dell’acqua depurata e per l’adeguamento del sistema fognario, (in particolare nell’ottica di minimizzare gli allagamenti e sversamenti da fognatura), che si attestano rispettivamente al 18,1% ed al 13,9%, mentre diminuisce lievemente l’incidenza del peso degli interventi per ridurre le interruzioni idriche, che arriva al 13,5% del fabbisogno totale.
Analizzando la distribuzione degli investimenti per area geografica, emerge l’impatto nelle aree del Sud e delle Isole degli interventi finalizzati al superamento delle infrazioni comunitarie nei servizi di fognatura e depurazione.
In termini generali di servizio, nel Nord-Ovest e nel Sud e Isole è stato espresso un maggiore fabbisogno nelle attività di fognatura e depurazione, mentre nel Nord-Est e nel Centro vi è una netta prevalenza di investimenti nell’attività di acquedotto. L’area nella quale si concentra la quota maggiore di investimenti per la riduzione delle perdite è quella del Sud e Isole (circa un quarto del fabbisogno totale), seguita dal Centro, mentre nel Nord-Ovest il fabbisogno di investimenti destinato all’adeguatezza del sistema fognario si colloca abbondantemente sopra la media, e, insieme al miglioramento della qualità dell’acqua depurata supera le risorse allocate al macro indicatore M1 (alla riduzione delle perdite).