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Catania, sospese tre dottoresse del Santo Bambino “Per non rimanere oltre il turno lesioni gravissime a un neonato”

Di Redazione |

CATANIA – «Per evitare di rimanere a lavorare oltre l’orario previsto, avrebbero omesso di eseguire un parto cesareo, nonostante i molteplici episodi di sofferenza fetale emersi dal tracciato». E per «simulare una inesistente regolarità nell’esame medico» avrebbero «somministrato atropina alla gestante». La procedura, e «il non avere informato della situazione i colleghi del turno successivo avrebbe causato la nascita del neonato con lesioni gravissime».

E’ l’accusa contestata dalla Procura di Catania a due dottoresse dell’ospedale Santo Bambino, struttura da oltre 2.000 parti l’anno, Amalia Daniela Palano e Gina Corrao, che sono state sospese dal servizio, rispettivamente per 12 e 6 mesi. Un analogo provvedimento, per 4 mesi, è stato notificato alla dottoressa Paola Cairone che, «pur non essendo a conoscenza degli avvenimenti precedenti, praticava alla paziente per due volte le manovre di Kristeller, bandite dalle linee guida, nonostante un tracciato non rassicurante, e non contattava in tempo il neonatologo». Le tre dottoresse sono accusate anche di falso nella cartella clinica.

L’episodio risale al 2 luglio del 2015 e le indagini sono state avviate dopo la denuncia dei familiari. Il neonato, venuto al mondo con un giro di cordone ombelicale attorno al collo, ha riportato lesioni gravissime e danni irreversibili cerebrali e motori. Su questo filone d’inchiesta, chiuso per chiedere e ottenere dal Gip la sospensione delle tre dottoresse che erano ancora in servizio, la Procura di Catania ha aperto un altro fascicolo: quello sulla redazione delle cartelle cliniche. Perché, sottolinea il procuratore Carmelo Zuccaro, dalle indagini è emerso il sospetto che «all’ospedale Santo Bambino le cartelle cliniche sovente vengono redatte successivamente all’insorgere dell’avvenimento clinicamente rilevante». Una tecnica che la Procura ritiene possa essere una «prassi finalizzata ad occultare le prove di eventuali responsabilità mediche».

L’azienda ospedaliera Santo Bambino ha sospeso immediatamente i tre medici. «Stiamo cercando di sostituirli – afferma il manager Paolo Cantaro – per continuare a dare un servizio pubblico in una struttura alla quale si rivolge ogni anno un imponente numero di donne e gestanti». Sulle indagini della Polizia di Stato nella redazione di cartelle cliniche Cantaro sottolinea che «c’è in corso un’inchiesta della magistratura e una nostra interna: aspettiamo quindi che si concludano entrambe prima di esprime giudizi». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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