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Contrada: Cassazione non applicasentenza corte europea

Contrada: Cassazione non applica sentenza corte europea

Giudicato "inammissibile" il ricorso dell’ex numero tre del Sisde contro la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. «Mi restituiscano l'onore che mi hanno tolto»  

Di Redazione |

PALERMO – «La Cassazione si rifiuta in sostanza di applicare una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Si tratta di una decisione che contrasta con l’ordinamento giuridico italiano». Così Bruno Contrada commenta la decisione con la quale la Cassazione ha giudicato “inammissibile» il ricorso dell’ex numero tre del Sisde contro la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. 

 Contrada chiedeva la revisione del processo in forza di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che l’anno scorso aveva sanzionato l’Italia. Per i giudici di Strasburgo, Contrada non doveva essere processato e tantomeno condannato perché, all’epoca dei fatti (1979-1988), il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non «era sufficientemente chiaro e il ricorrente non poteva conoscere nello specifico la pena in cui incorreva per la responsabilità penale che discendeva dagli atti compiuti». 

 «Leggeremo – aggiunge Contrada – le motivazioni per cui la Cassazione non dà esecuzione alla sentenza della Corte europea. Ma sin da ora si può dire che sia una decisione in contrasto con la convenzione sottoscritta dallo Stato italiano».

«Utilizzerò tutti i mezzi legali perché mi sia restituito l’onore che ingiustamente e indecorosamente in questi anni mi è stato tolto» inoltre annunciato Bruno Contrada. «Pronto a chiedere danni morali ed esistenzialì».  «Da tempo – aggiunge Contrada – sono impegnato in un’azione che esprime indignazione e rivolta morale contro uomini che rappresentano le istituzioni. E ancora non si rassegnano alla sconfitta. Ma io non mi fermerò. Rivendicherò fino all’ultimo respiro il mio diritto a essere risarcito per i danni morali, materiali ed esistenziali che sono stati procurati a me e alla mia famiglia». 

 Contrada ha fatto ricorso, oltre che in Cassazione, anche al Consiglio di Stato e alla Corte dei conti. Chiede l’applicazione di due sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo. Quella del 2015 contesta all’Italia la violazione dell’articolo della convenzione sulla irretroattività della legge penale. Quella del 2014 condanna l’Italia per avere inflitto a Contrada una “pensa degradante e inumana”: 10 anni interamente scontati.  Il suo legale,  l’ avvocato Stefano Giordano, ha annunciato che chiederà nei prossimi giorni un incidente di esecuzione. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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