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Riscossione Sicilia, 9 dipendenti indagati per abuso d’ufficio: agevolazioni per tre deputati in debito con il Fisco
CATANIA – Tre parlamentari dell’Assemblea siciliana sarebbero stati “favoriti” nei debiti col Fisco da dipendenti pubblici “infedeli” di Riscossione Sicilia, che avrebbero cancellato un fermo amministrativo e procedure esecutive di pignoramento, provocando un presunto danno erariale di 390 mila euro. In cambio di che cosa, l’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pm di Catania, Fabio Regolo, non lo indica.
Nell’inchiesta sono indagati per abuso d’ufficio in concorso e continuato nove dipendenti della sede provinciale di Catania della società di riscossione, controllata dalla Regione siciliana; mentre i nomi dei tre deputati vengono citati solo come beneficiari. Si tratta di Nello Musumeci, presidente della commissione regionale Antimafia e leader del movimento “#DiventeràBellissima” col quale sta tentando la candidatura a governatore per il centrodestra alle regionali d’autunno; Nino D’Asero, capogruppo del Ncd all’Assemblea e Raffaele Nicotra, che fa parte del gruppo parlamentare del Pd.
Gli indagati per abuso d’ufficio sono: i dirigenti Gaetano Romano, di 58 anni, e Antonella Anello, di 56; l’operatore Giovanni Musmeci, di 60; e gli agenti Maria Letizia Idonea, di 55, Ermanno Sorce, di 56, Maria Letizia Sapuppo, di 44, Salvatore Torrisi, 52, Maria Grazia Furnari, di 47, e Giuseppa Giarratana, di 48. L’avviso di conclusione indagini permette agli indagati di depositare memorie o di chiedere di essere interrogati ed atto che permette alla Procura di Catania di decidere se presentare al Gip richiesta richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.
Secondo l’accusa, Musumeci e D’Asero avrebbero ottenuto la chiusura di procedure esecutive di pignoramento presso terzi nonostante avessero ancora dei debiti con Riscossione. Nicotra invece sarebbe stato favorito con la cancellazione di un fermo amministrativo di un veicolo e con la chiusura di una procedura esecutiva di un pignoramento immobiliare pur avendo anche lui ancora dei debiti col fisco. L’avviso di conclusione indagini permette agli indagati – agenti, funzionari e dirigenti di Riscossione – di depositare memorie o di chiedere di essere interrogati, atto che permetterà alla Procura di Catania di decidere se presentare al gip richiesta richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.
«Dedico questa operazione a chi, come il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, mi ha denunciato per minaccia a corpo politico quando ho sollevato il tema dei deputati che non pagavano quanto dovuto a Riscossione – dice l’amministratore unico di Riscossione, Antonio Fiumefreddo – E questa è soltanto la punta dell’iceberg». Annunciando l’avvio «delle procedure di licenziamento per i dipendenti», Fiumefreddo rincara la dose contro i politici: «Prima c’erano le case acquistate all’insaputa, di recente le polizze intestate all’insaputa e ora abbiamo pure le tasse cancellate all’insaputa dei diretti interessati, che guarda caso sono dei parlamentari e non gente comune: non ci sono più zone franche per nessuno».
Soddisfatto Crocetta: «Non rimuoverò mai Fiumefreddo da Riscossione Sicilia, continueremo la battaglia contro sprechi e privilegi e ciò nonostante due giorni fa alcuni capigruppo dell’Assemblea mi abbiano chiesto come mai continuassi a tenere l’avvocato alla guida della società pubblica alla luce degli attacchi che fa alla classe politica; l’inchiesta di Catania dimostra che le sue denunce non sono parole al vento».
«Considerazioni» quelle del governatore, che il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, giudica «gravi, e fuori luogo come al solito». «E’ il consueto collaudato cliché con il tentativo di individuare sempre i buoni e i cattivi e di criminalizzare la Sicilia tutta: prima i forestali e adesso i poveri disabili. E, lui, ovviamente, unico puro», aggiunge.
Al contrattacco anche i tre deputati citati nell’inchiesta come i beneficiari dei presunti favori fiscali. «E’ la più grande corbelleria che abbia mai sentito, tutto falso, ma la vicenda mi preoccupa, visto che siamo vicini alle primarie», accusa Nello Musumeci. «Cado dalle nuvole, non ho mai ricevuto nessun avviso di pignoramento – replica Nino D’Asero – Io sto continuando la rateizzazione delle tasse che devo al fisco, ma sono poco meno di duemila euro che sto pagando. Come un cittadino qualunque. Questa è una forma di aggressione nei miei confronti». Si difende pure Raffaele Nicotra: «Sono stato sbattuto in prima pagina come un mostro senza sapere di cosa stiamo parlando. E’ una vergogna».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA