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Occuparono terreno indebitamente, provvedimenti per 3 donne vicine alla “Stidda”

Di Redazione |

GELA (CALTANISSETTA) – Tre donne incensurate, sospettate, per la loro parentela, di essere collegate ad ambienti mafiosi, ed accusate di estorsione aggravata in danno di un’associazione religiosa e della sua presidente, sono state raggiunte da misure cautelari coercitive di “divieto di avvicinamento e obbligo di presentazione alla PG” emesse dal gip del tribunale di Gela su richiesta della Procura. Le indagate, di 28, 39 e 32 anni, sono rispettivamente sorella, moglie e cognata dell’esponente dell’organizzazione mafiosa della «Stidda», Giuseppe Alessandro Antonuccio, recentemente condannato a 4 anni di reclusione per detenzione di armi.

Secondo un’indagine condotta dai carabinieri, al centro della vicenda c’è, un terreno agricolo di alcuni ettari, in contrada “Spinasanta”, appartenente a Lucia Manfrè di 55 anni, paraplegica, presidente dell’associazione cristiano-evangelica “Loi-Paparelli». Il fondo agricolo, dopo essere stato usato per un certo periodo dai religiosi, fu abbandonato e presto occupato dalle tre donne che lo avrebbero indebitamente coltivato in parte come oliveto, in parte seminativo e il resto per il pascolo delle pecore di un loro parente. Inevitabile il conflitto con la proprietaria che diede incarico a una agenzia di vigilanza di tutelare la sua proprietà. Per tutta risposta le tre donne avrebbero fatto trovare un cartello intimidatorio di avvertimento: «se ci tenete alle vostre gambe, state lontani da questo terreno».

Lucia Manfrè sporse denuncia alla polizia. Da quel momento, per gli inquirenti, ci sarebbe stato un susseguirsi di sopraffazioni e di minacce «al fine di ricavare ingiusti vantaggi patrimoniali». Considerata la parentela con gli Antonuccio, i carabinieri, nella scorsa estate, avviarono l’operazione «Far West» eseguendo in un vicino casolare una perquisizione che portò al sequestro di numerose armi e munizioni e all’arresto dei due romeni che vi alloggiavano. Un revolver e relative cartucce furono rinvenuti in casa di Antonuccio. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA