La famiglia Failla: «Ora verità, non erano protetti»
La famiglia Failla: «Ora verità, non erano protetti»
Ora vogliono la verità. Vogliono capire perchè 24 ore prima della liberazione di Gino Pollicardo e Gianluigi Calcagno gli altri due tecnici della Bonatti, Fausto Piano e il loro congiunto Salvatore Failla, sono stati ammazzati. “Come stato possibile che appena 24 ore dopo la morte dei due tecnici siano stati liberati gli altri due connazionali? ”, dice Francesco Caroleo Grimaldi, legale della Famiglia Failla. “Abbiamo mantenuto uno stretto riserbo perché eravamo consapevoli della delicatezza della situazione – spiega l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi – ma adesso vogliamo risposte”. I familiari dei due italiani morti, forse al termine di un violento conflitto a fuoco tra miliziani e jihadisti dell’Isis, affermano che “dopo tante reticenze, segreti e misteri” è “ora di pretendere delle spiegazioni”. Nelle prossime ore verranno effettuate le autopsie sui corpi dei due ma chi oggi deve piangere la morte di un marito, di un padre, chiede che vengano accertate anche le “eventuali responsabilità della società Bonatti sulla mancata sicurezza per i quattro tecnici che non avevano nessuna protezione”. L’avvocato Caroleo Grimaldi ricorda come sia “un dato di fatto che i quattro abbiano dovuto compiere il trasferimento da Tunisi al compound dove avrebbero dovuto lavorare senza alcuna scorta armata e senza alcuna protezione” e definisce “inquietante” l’indiscrezione secondo cui sui corpi di Failla e Piano sarebbero stati riscontrati colpi di arma da fuoco alla nuca. Oltre la rabbia c’è il lutto. A Capoterra, in provincia di Cagliari, dove viveva Piano è continuato per l’intera giornata il via vai di parenti e amici. C’è chi ringrazia ironicamente lo Stato. E c’è chi, completa il pensiero: “Si poteva fare di più”. Tutta la comunità è vicina alla famiglia Piano. La parrocchia sta organizzando una veglia di preghiera. Mentre il Comune proclamerà in queste ore la giornata di lutto cittadino. Anche il Consiglio comunale si fermerà un minuto per ricordare Fausto. Anche a Carlentini, in provincia di Siracusa, dove Failla viveva, c’è massimo rispetto per il dolore che ha colpito una intera famiglia. Il sindaco Pippo Basso è andato a trovare la moglie di Failla, Rosalba, nella casa di via Pacini, da ieri presidiata da una pattuglia della polizia municipale. Così come è controllata la casa dove risiedono i genitori dell’operaio specializzato, che vivono queste ore di angoscia con le due sorelle di Salvo.