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La truffa del rock, primi indagati e perquisizioni in due società nell’inchiesta milanese sui “bagarini 2.0”

Di Francesca Brunati |

Le indagini, suddivise in due filoni, hanno portato ieri mattina gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza a far “visita” nelle sedi milanesi delle due società che organizzano eventi musicali dei maggiori artisti nazionali e internazionali e a consegnare un contestuale avviso di garanzia per truffa a Roberto De Luca, amministratore delegato di Live Nation e a Corrado Rizzotto ex “numero uno” di Vivo Concerti e ora amministratore di Indipendente Concert.

Il primo filone di inchiesta, che vede nello specifico ipotizzati a carico di ignoti i reati di truffa informatica e sostituzione di persona, punta a individuare coloro che, tramite anche speciali software e con falsi profili e falsi dati, aggirerebbero il meccanismo di limitazione della vendita online dei biglietti a prezzi “normali” e di cui ha l’esclusiva TicketOne (una persona ne può comprare da 4 a 6), acquistandoli così in blocco di migliaia e migliaia. Tali biglietti vengono venduti sui siti web di bagarinaggio a costi lievitati fino, come è capitato, a sfiorare i mille euro. Siti coinvolti nell’inchiesta e su cui si stanno facendo accertamenti per verificare se siano state commesse davvero irregolarità.

Il secondo filone dell’indagine, che ha preso spunto anche dai due servizi delle Iene andati in onda lunedì e la scorsa settimana, riguarda il sistema di commercializzazione. Al centro c’è la sospetta vendita diretta di un pacchetto, anche consistente, di biglietti da parte di Live Nation Italia e Vivo Concerti sempre ai siti di secondary ticketing e sempre per la rivendita a prezzi più alti. Biglietti che spetterebbero però a TiketOne. In questo caso, come è stato dimostrato dal programma di Italia1, ci sarebbero anche delle fatture vere e proprie. Per questo De Luca, Rizzotto e altre persone, sono indagate per truffa e non è escluso che presto siano convocati dal pm Scudieri.

A portare all’apertura del fascicolo, che riguarda principalmente il concerto dello scorso luglio di Bruce Springsteen e quelli in programma il prossimo luglio dei Coldplay a Milano, è stata la denuncia di Barley Arts e del suo promoter Claudio Trotta che lo scorso febbraio si era scagliato contro il fenomeno – di cui si sta occupando anche l’Antitrust – del “secondary ticketing”.

Live Nation, ha fatto sapere in una nota, di essere «sicura della correttezza del proprio operato» e ha ricordato di aver «mostrato la massima collaborazione e trasparenza nei confronti degli organi competenti». Inoltre «esprime la propria totale fiducia nella magistratura e la massima solidarietà nei confronti dell’amministratore delegato della sede italiana, che darà tutti gli approfondimenti del caso presso le sedi preposte, non appena sarà chiamato in causa».

«Per mio figlio la vera star è il pubblico. E ne ha grande rispetto, così come per gli artisti, perché gliel’ho insegnato io» commenta l’impresario di origini libiche David Zard, parlando del figlio Clemente Zard, attuale amministratore di Vivo Concerti. «Il fenomeno del bagarinaggio – aggiunge Zard – esiste da quarant’anni e noi non lo abbiamo mai voluto fare. Questa situazione è penosa». L’impresario ha spiegato che la Warner, la società che detiene la maggioranza delle azioni di Vivo Concerti, «non era assolutamente al corrente della situazione» e potrebbe compiere azioni legali nei confronti del suo ex amministratore delegato, Corrado Rizzotto, ora indagato per truffa assieme ad altri.

Dell’operazione di ieri delle Fiamme Gialle e della Procura il Codacons ha parlato di «passo importante della magistratura» e ha annunciato, qualora dall’inchiesta dovessero emergere illeciti, che si farà promotore di una class action a cui tutti i fan e gli amati della musica potranno aderire.

Infine Trotta, che con i suoi legali sta verificando se esistono i «presupposti per una azione giudiziale collettiva» e una causa per concorrenza sleale nei confronti di Live Nation Italia, in una lettera aperta, ha assicurato le sue dimissioni da Assomusica qualora l’associazione non prenda provvedimenti «contro queste pratiche cancerogene, dannose per i nostri consumatori, i nostri lavoratori ed i nostri artisti».

LA SCHEDA

È l’insieme dei siti web non ufficiali che mettono in vendita biglietti di concerti. Nati come luoghi di incontro tra privati che volevano vendere e acquistare biglietti, sono ora sospettati di praticare una sorta di «bagarinaggio elettronico».

Il caso Coldplay

Il 7 ottobre il rivenditore ufficiale TicketOne ha messo in vendita i biglietti per due concerti di Coldplay in programma a Milano in estate. Sono andati entrambi esauriti in meno di un’ora, mentre i biglietti comparivano a prezzo maggiorato sul mercato secondario.  

Ci fu una truffa?  

Secondo TicketOne e Live Nation, che organizza i concerti, fu solo un eccesso di richieste. Molti, invece, hanno avuto conferma di vecchi sospetti: sono stati presentati esposti all’Antitrust e si è riparlato della denuncia in procura che aveva fatto ad aprile Claudio Trotta, organizzatore dei concerti italiani di Bruce Springsteen, che ipotizzava reati di frode informatica e sostituzione di persona. I tagliandi del concerto del Boss da lui organizzato, si erano volatilizzati in pochi minuti.  Live Nation controlla anche alcune società del “mercato secondario”

Il servizio delle “Iene”  

Che nella puntata di martedì per la prima volta hanno dimostrato un rapporto diretto tra organizzatori e mercato secondario: il dipendente di uno di questi siti ha raccontato che prima della messa in vendita sui canali ufficiali dei biglietti dei concerti più attesi, migliaia di tagliandi vengono inviati alla sua società, che li mette in vendita a prezzi maggiorati (a volte del 1000%) il giorno dell’uscita ufficiale. Non solo: gran parte del guadagno così ottenuto viene poi girato a chi aveva fornito i biglietti, il quale ottiene un ricarico colossale violando il rapporto di esclusiva con il rivenditore ufficiale e oggi anche il regolamento Siae. 

Perché oggi Live Nation è sotto accusa?  

In parte perché, essendo il maggiore operatore mondiale, da tempo è oggetto di sospetti e accuse, e poi perché in quello stesso servizio delle “Iene” il suo amministratore delegato Roberto De Luca ha ammesso il rapporto con il mercato secondario, giustificandolo come un modo per creare un reddito extra per gli artisti. 

Che cos’è Live Nation?  

È il principale operatore mondiale nell’organizzazione di concerti. È nato nel 2005 come Clear Channel, nel 2010 si è allargato e ha cambiato nome. Opera in più di 40 Paesi e vende nel mondo 500 milioni di biglietti l’anno per 26 mila eventi.  

 

Le star italiane  e i promoter

Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Marco Mengoni, Giorgia hanno preso le distanze dalle dichiarazioni di De Luca. Ma nessuno ha lasciato Live Nation, neanche Vasco Rossi, che era sembrato in prima battuta il più indignato. De Luca da parte sua ha precisato che quando parlava di «artisti», si riferiva agli stranieri.  Invece alcuni promoter hanno attaccato Live Nation.  

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