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Catania, sciopero negli asili Pac: 250 bambini senza assistenza

Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – Da ieri le 80 operatrici degli asili Pac (finanziati attraverso il Piano di azione e coesione) di viale Tirreno, via Milano, via Acquicella e degli spazi gioco di via Caduti del Lavoro, via Raccuglia e Lineri sono in sciopero ad oltranza, dopo 9 mesi di mancate retribuzioni. Questo significa nessun servizio per i 170 bambini che ogni giorno frequentano gli asili Pac (uno dei quali a Misterbianco) e gli 80 degli spazi gioco (uno a Motta Sant’Anastasia), servizi finora garantiti non senza difficoltà dalle stesse operatrici.

Ieri mattina una rappresentanza delle operatrici e dei genitori si è rivolta direttamente all’assessore ai Servizi sociali, Giuseppe Lombardo, che le ha riconvocate stamattina alle 9,30 assieme ai rappresentanti delle cooperative che gestiscono il servizio.

«I Pac – spiega l’assessore – sono fondi vincolati. Il Comune anticipa le somme che, dietro regolare rendicontazione, vengono rimborsate dal ministero. Il problema sta proprio nella documentazione fornita dal Consorzio Quarantacinque, che ha dato in subappalto il servizio alle cooperative Infomedia e Terzo settore, e che ha presentato fatture non corrette sulle quali più volte abbiamo sollecitato la valida emissione. Inutilmente. Come Comune, sul corrente 2019, dopo interlocuzione dell’Ufficio servizi sociali con la Ragioneria, siamo nelle condizioni di pagare le mensilità relative a gennaio, febbraio e marzo. Ma le fatture vanno riviste. L’appalto per asili Pac e spazi gioco ha durata limitata alla disponibilità delle risorse finanziarie, le quali sono disponibili fino a marzo. Con le economie del riparto Pac in corso riusciremo a chiudere l’anno scolastico in corso fino a giugno. Per quanto riguarda il pregresso del 2018 è aperto un tavolo in Prefettura e sarà l’organo straordinario di liquidazione a doversi esprimere, organo che è stato ragguagliato sulla situazione degli asili Pac e sensibilizzato sul tema in modo da poter dare priorità ai pagamenti in un settore fondamentale».

Si dovrà, inoltre, ragionare su come garantire il futuro del servizio, e si tratta di un capitolo a parte, considerato che l’assegnazione da parte del ministero dei fondi Pac disponibili fino a dicembre 2020 non è ancora avvenuto e nessuna proroga dell’attuale appalto potrà essere prevista in quanto nuovo riparto di somme che richiede una nuova procedura di gara, con i tempi che comporta.

Ma è l’immediato a preoccupare le operatrici. «Non possiamo più andare avanti così – spiega Elvira Tarantini, rappresentante sindacale Fp Cgil – stiamo perdendo la nostra dignità. Abbiamo ricevuto un Cud 2018 che riporta mensilità non ricevute, abbiamo chiesto le nostre buste paga per fare un riscontro e non ci vengono mai consegnate. Finché non verremo pagate non riprenderemo il servizio, noi abbiamo sempre dato il massimo e i genitori sono disperati perché non sanno dove portare i bambini». «Io sono una nonna – incalza Annamaria – son qui per mia figlia, mio nipote è a casa con la febbre. Con gli asili chiusi i genitori non possono andare a lavorare e se non lavorano non possono pagare l’asilo. Non solo, le operatrici lavorano senza essere stipendiate da mesi, ma garantiscono le attività a spese loro. Forse i responsabili non hanno figli, non capiscono il problema che hanno creato».

«La situazione è difficilissima – aggiunge Turi Cubito, segretario provinciale Fp Cgil – è un problema di carattere sociale con asili che rischiano di chiudere, anche se l’amministrazione comunale vuole evitarlo. Di fatto ci sono lavoratori monoreddito che non ce la fanno più».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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