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Ex Province tra spreco e utilità, il governo litiga e Musumeci: «Ripristinarle subito»

Di Redazione |

Torna ad accendersi il dibattito sulle ex Province dopo la presentazione del programma del M5s per le Europee. «Le province sono uno spreco, inutile ammalarsi di amarcord per farle ritornare. Chi le vuole si trovi un altro alleato» ha detto Luigi Di Maio presentando europee del MoVimento. Per il M5s «le province si aboliscono, non si ripristinano» ha detto ancora il vicepremier ricordando che il Movimento «nemmeno si è mai presentato alle elezioni» provinciali. Durante la presentazione del programma elettorale Di Maio ha poi aggiunto che la «scelta sulle Province è semplice: vanno eliminate veramente tagliando poltrone. La soluzione non è certo quella contraria, non è aumentando le poltrone con altri 2500 nuovi incarichi politici che si risolvono i problemi degli italiani».

«Come ha ben detto il ministro Di Maio ciò che serve in questo momento al Paese non sono sicuramente altre 2500 poltrone. Siamo da sempre contrari agli sprechi e il nostro impegno è tagliarli totalmente, non alimentarli. Quello che serve all’Italia sono invece nuovi e più efficienti servizi per i cittadini, ai quali non abbiamo intenzione di chiedere altri soldi» ribadiscono in una nota i capigruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera e al Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli.

«Il governo andrà avanti per altri 4 anni, ma senza un ritorno alle Province, punto che non è nemmeno nel contratto. E senza inventarsi nuove poltrone per piazzare i propri amici. Agli italiani servono risposte concrete», sottolineano.

Di tutt’altro parere la Lega – ennesimo contrasto nel governo giallo-verde – che attraverso Stefano Candiani dice che «la riforma Delrio ha reso le province incapaci di operare. Dobbiamo rimetterle in funzione. Le province esistono in Costituzione, ma oggi sono incapaci di assolvere al loro compito istituzionale. Dobbiamo riscrivere le regole. Per noi la Democrazia si esercita nell’urna e non con un tweet». 

Candiani ha parlato in risposta a una intervista del ministro per il Sud, Barbara Lezzi (M5s), secondo la quale «le province richiedono 2.500 poltrone di politici. Non significa dare maggiori servizi ma avere maggiori spese. Noi siamo per l’abolizione delle province e per attribuire competenze a regioni e comuni». 

Il ministro Salvini, impegnato in una visita istituzionale a Budapest, risponde invece di non avere tempo per le polemiche, «io – dice – sono qui ad occuparmi di sicurezza dell’Italia e dell’Europa». «Io lavoro – ha assicurato il vicepremier – Fare finire le polemiche? Chiedete a qualcun altro». 

La posizione di Musumeci

«Quando i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle dicono che le Province sono un poltronificio dimostrano di non essere mai entrati in una Provincia ed averla soppressa come hanno fatto loro insieme al centrosinistra ha portato al disastro delle strade in Sicilia». Lo ha detto, rispondendo alla domande dei giornalisti a Catania a margine della presentazione della Fiera Mediterranea del Cavallo, il Presidente della Regione Nello Musumeci che ha aggiunto: «Al governo grillino-leghista noi diciamo “smettetela con le frasi fatte, smettetela col metter in giro notizie infondate”. La Provincia è una cosa seria e se ve lo dice Nello Musumeci, che un poco di esperienza alla guida della Provincia ce l’ha, credo che qualche motivo in più lo abbia. Lavoriamo per ridare denaro alle Province, per fare eleggere il presidente della Provincia direttamente dal popolo e così miglioriamo le strade e i servizi a disabili, famiglie e studenti».

Per Musumeci «la Provincia deve tornare al proprio ruolo e protagonismo al di là degli slogan per qualche voto in più» . «Avere chiuso le Province senza avere creato una alternativa – ha proseguito – ha portato al disastro che è sotto gli occhi di tutti. La politica non ha un costo. La democrazia non ha un costo. Lo sappiano i grillini perché se la politica e la democrazia cominciano a diventare un costo vuol dire che stiamo preparando l’avvento alla dittatura».

«Debbono smetterla – ha concluso – di operare il prelievo forzoso sulle province siciliane di 270 milioni l’anno. Questa somma va ridata alle Province. Bisogna dare loro un po’ di risorse per la spesa coerente, consentire di poter chiudere i bilanci».

«Se le province possono chiudere i bilanci – ha concluso – possono anche approntare le opere pubbliche. Hanno tanto denaro per l’investimento ma non possono spenderlo perché non possono chiedere i bilanci e non possono chiudere i bilanci perché Roma continua a chiedere soldi alle Province siciliane». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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