Il libro
“Hit parade” di Luigi Pulvirenti, che vita sarebbe senza canzoni?
La personale classifica stilata dallo scrittore e giornalista catanese mette al centro della sua vita 30 canzoni perno di altrettanti episodi vissuti in giro per il mondo. Un modo per dire che ognuno ha la sua vita dettata dal rapporto con la musica. La presentazione al machiavelli di Catania il 24 novembre
“Quella volta che ci ritrovammo in macchina a cantare a squarciagola “Se telefonando” di Mina, mentre tornavamo da una notte di bagordi e spensieratezza trascorsa in una discoteca della riviera. O quell’altra che rimasi imbottigliato nel traffico ma non mi importava più di tanto: la radio stava passando quel pezzo uscito fuori da chissà quale curva della mia memoria di bambino, di cui ignoravo quale fosse il gruppo, o artista, che l’aveva cantato, e aspettai trepidante che il deejay desse quelle informazioni – cosa che poi non fece -“.
Luigi Pulvirenti e il suo libro
Quanto volte sarà capitato, nella vita di ciascuno di noi? Ascoltare una canzone e riandare ad un ricordo scolpito nella mente, di un momento della nostra vita indissolubilmente legato ad essa. Prende le mosse proprio da qui Hit Parade, quarta opera letteraria dello scrittore, giornalista e pubblicitario catanese Luigi Pulvirenti. Trenta racconti ispirati a trenta canzoni, sullo sfondo di ottant’anni di storia dell’Italia, per raccontare l’importanza della musica nella vita delle persone. «Non è una classifica, o una compilation – precisa subito Pulvirenti – e la scelta del titolo vuole proprio rovesciarne il significato comune, quella di voler classificare a tutti i costi qualcosa. Nel nostro caso, la musica. «Hit Parade è il racconto, semplicemente, della mia educazione sentimentale alla musica. Dentro ci sono le canzoni che mi hanno segnato, non necessariamente conosciute al grande pubblico, ma che hanno voluto dire qualcosa per me. E l’invito che faccio – conclude l’autore – a chi leggerà il libro è di prenderne solo spunto, quasi fosse un pretesto per raccontare il rapporto che ciascuno ha avuto con la musica che ha attraversato la propria vita. Perché, spesso, sono proprio le canzoni a ricostruire la nostra biografia».
Esattamente quello che è accaduto a Pulvirenti, che nei trenta racconti ricostruisce le sue esperienze di vita, private e professionali; tra librerie di Georgetown, Washington, ambigui locali di Pechino, musicisti di strada a Londra, pianoman in servizio nell’Upper East Side di New York, noiosi pomeriggi estivi trascorsi a casa, escursioni sull’Etna e spiagge solitarie e desolate nell’estremo sud della Sicilia. Il quadro è quello di una vita segnata dal tempo in quattro quarti del pop rock inglese degli anni ’80, della psichedelia stile Pink Floyd, delle armonie swing alla Sergio Caputo, frammiste a tanta musica italiana venuta fuori dal palco italico per eccellenza: quello dell’Ariston, di Sanremo.
I 30 brani citati nel libro: Change The World (Eric Clapton, Phenomenon, 1996); Fall On Me (R.E.M. Album Document, 1987); Buonumore (Denovo, Venuti Dalle Madonie A Cercar Carbone, 1989); La Donna cannone (Francesco De Gregori, La Donna cannone, 1983); Smoke Gets In Your Eyes (Harbarch-Kern, Platters, 1959); Non dimenticar le mie parole (Alberto Rabagliati, 1935); Piano Man (Billy Joel, Piano Man, 1973); Spicchio di luna (Sergio Caputo, Sabato italiano, 1983); I Still Haven’t Found What I’m Looking For (U2, The Joshua Tree, 1987); Us And Them (Pink Floyd, The Dark Side Of The Moon, 1971); Camera a sud (Vinicio Capossela, Camera a sud, 1992); Just Breathe (Pearl Jam, Backspacer, 2009); 1979 (Smashing Pumpinks, Mellon Collie And The Infinite Sadness, 1995); The Last Goodbye (Jeff Buckley, Grace, 1994); Here Comes The Hotsteppers (Ini Kamoze, Here Comes The Hotstepper, 1994); Lately (Stevie Wonder, Hotter Than Julie, 1980); Non volevo (Rosario Di Bella, in gara al festival di Sanremo, 1993); Purple Rain (Prince And The Revolution, Purple Rain, 1984); Quando (Pino Daniele, Sotto ’o sole, 1991); Gli impermeabili (Paolo Conte, Paolo Conte, 1984); Come dentro un film (Luca Barbarossa, Come dentro un film, 1987); È non è (Niccolò Fabi, La cura del tempo, 2003); Summer (Joe Hisaishi, L’estate di Kikujiro, 1999); Echi d’infinito (Venuti-Kaballà, Antonella Ruggiero, Big Band, 2005); La fila degli oleandri (Gianni Bella, La fila degli oleandri, 1991); Silvia lo sai (Luca Carboni, Luca Carboni, 1987); Venderò (Edoardo Bennato, La torre di Babele, 1976); La verità (Brunori Sas, A casa tutto bene, 2017); Grande Joe (Banco Del Mutuo Soccorso, festival di sanremo, 1985); Io faccio ’o show (Renzo Arbore, Discao Meravigliao, 1988).
Il libro, in uscita per i tipi di Algra editore, battagliera casa editrice catanese diretta da Alfio Grasso, è disponibile dal 7 novembre nelle librerie di tutta Italia. La prima presentazione è prevista a Catania, al Teatro Machiavelli, venerdì 24 novembre, alle 20, con la partecipazione dello sceneggiatore televisivo Davide Chiara e dei giornalisti e critici musicali Luigi D’Angelo e Gianni Caracoglia.
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