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Nave Diciotti a Catania, finisce l’odissea:  nella notte sbarcati tutti i migranti 

Di Redazione |

CATANIA – La vicenda della nave Diciotti in serata ha trovato la sua soluzione: dopo cinque giorni trascorsi sul pattugliatore della Guardia costiera ormeggiato nel molo di Levante del porto di Catania, nella notte tutti i 137 migranti che erano a bordo sono sbarcati. I primi a scendere sono stati 12 giovanissimi, presi in consegna da personale della Croce Rossa italiana. Dopo l’identificazione saranno trasferiti con dei bus nell’hot-spot di Messina in attesa della successiva distribuzione tra Chiesa Italiana, un centinaio, Albania e Irlanda, una ventina ciascuno.

La risoluzione del caso è arrivata quasi in contemporanea con la notizia che il ministro dell’Interno Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio proprio per la questione della nave Diciotti. Il vice-premier si dice non turbato dalla vicenda giudiziaria, ma orgoglioso degli accordi con l’Albania ed il Vaticano su cui ha lavorato in prima persona. Ed in serata è stata proprio la Cei a confermare che garantirà l’accoglienza ad un centinaio di migranti «per porre fine alle sofferenze di queste persone in mare da giorni».

La svolta è arrivata nel primo pomeriggio di ieri, quando l’ufficio di Sanità marittima di Catania ha ordinato lo sbarco immediato di 17 profughi – undici donne e sei uomini alcuni dei quali affetti da polmonite e tubercolosi – bisognosi di assistenza medica. In serata però a scendere dalla Diciotti erano stati solo in 13: quattro giovani donne avevano infatti preferito restare a bordo per non separarsi dai mariti. Ai mediatori culturali e ai medici che le hanno visitate le 11 donne hanno raccontato le violenze e gli abusi subiti nei campi profughi della Libia: storie drammatiche denunciate nei giorni scorsi anche da diversi politici saliti a bordo dell’imbarcazione.

Sulla Diciotti dunque erano rimasti in 137, ma anche per loro poco dopo arrivava la svolta. Con un tweet il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, in serata, annunciava la decisione del governo albanese di accogliere 20 persone. «Un segnale di grande solidarietà e amicizia molto apprezzato dall’Italia», scriveva la Farnesina. Una notizia in parte anticipata da Salvini che nel pomeriggio aveva annunciato di essere al lavoro con alcuni paesi, «con realtà più vicine a noi», per risolvere una vicenda diventata, oltre che un’emergenza umanitaria, un caso politico e da ieri sera anche giudiziario. Poi la svolta finale, con l’annuncio dell’accordo con la Chiesa Italiana e con l’Irlanda.

Nel frattempo i 13 «liberati» per motivi sanitari, scesi dalla nave ad accoglierli hanno trovano centinaia di persone radunate da ore sul molo di Levante per la manifestazione antirazzista. E’ il popolo dei no Muos, di Legambiente, di Cgil, Usb ed Arci, degli scout. Quelli rimasti, a quel momento, ancora a bordo, capito la folla era lì per loro hanno salutato e applaudito. Per loro l’«illegale detenzione», come la giudica la magistratura, e non solo, era ormai alle battute finali 

Foto di Orietta ScardinoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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