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Camilleri, un fenomeno letterario globale

Di Mauretta Capuano |

Fenomeno letterario davvero unico e inimitabile, Andrea Camilleri, morto oggi a 93 anni, è diventato autore bestseller a oltre 70 anni. Il successo arrivato in tarda età ha raggiunto cifre record ma si è visto quanto non sia radicato solo nei numeri. Autore di oltre cento libri pubblicati – il centesimo è “L’altro capo del filo” – con i titoli usciti per Sellerio, il suo editore, ha venduto venticinque milioni di copie in Italia ed è tradotto nelle lingue di tutto il mondo, dal giapponese al gaelico. E con Mondadori, che ha da poco pubblicato Km 123, l’inedito per l’anniversario dei 90 anni dei Gialli, ha venduto circa 6 milioni di copie. I suoi libri non facevano in tempo ad uscire che entravano in testa alle classifiche dei più venduti, piacendo dal nord al sud Italia e a lettori di tutte le età.

Il 15 luglio lo scrittore, che il 6 settembre avrebbe compiuto 94 anni e da qualche anno era cieco, era atteso per la prima volta sul palco delle antiche Terme di Caracalla in una serata speciale di teatro con con ‘L’autodifesa di Cainò. Lo spettacolo seguiva il successo di “Conversazione su Tiresia” da lui scritto e interpretato al Teatro Greco di Siracusa nel 2018 e divenuto un film diretto da Roberto Andò e Stefano Vicario.

Il salto alle grandi tirature è avvenuto per Camilleri con il suo commissario Salvo Montalbano, apparso per la prima volta nel romanzo “La forma dell’acqua” del 1994. A 25 anni da quell’esordio è uscito in questi giorni il ventisettesimo romanzo con protagonista il commissario: “Il cuoco dell’Alcyon”. In tutto sono trenta i libri Sellerio con Montalbano, se si considerano le tre antologie “Morte in mare aperto e altre indagini del giovane”, Un mese con Montalbano e Gli arancini di Montalbano. Il nome del commissario è un omaggio a uno degli scrittori più amati da Camilleri: Manuel Vazquez Montalban e il modello ideale è stato Maigret. Ma il vero balzo mediatico si è realizzato nel 1996 quando Maurizio Costanzo, in una puntata della sua trasmissione, ha invitato a comprare “Il ladro di merendine” impegnandosi a restituire i soldi se il libro non fosse piaciuto.

Da allora non si è più fermata la fortuna del commissario – colto, gran lettore di romanzi, ghiotto, fidanzato con Livia – che è entrato nell’immaginario collettivo grazie all’interpretazione di Luca Zingaretti, ex allievo di Camilleri, negli episodi della serie di Rai1, al top degli ascolti anche in replica.

Montalbano «è un monumento che se ne sta lì, ancora destinato a crescere per qualche anno. Terminerà quando finirò io» aveva detto all’ANSA Camilleri in occasione dei vent’anni del suo commissario le cui avventure si sarebbero dovute fermare al secondo episodio e invece non si sono mai arrestate e lo scrittore stava già lavorando al trentunesimo titolo. «Non mi facevo capace di avere una tale fantasia per la lunga serialità. Però ci sono riuscito» aveva spiegato lo scrittore, incallito fumatore.

Regista, sceneggiatore, autore teatrale e televisivo delle più conosciute produzioni poliziesche della tv italiana, dal tenente Sheridan a Maigret, Camilleri è nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Prima di Montalbano lo scrittore ha appassionato una cerchia di lettori di mezza età che non lo ha mai abbandonato pubblicando, dopo il rifiuto di 14 editori, ‘Il corso delle cosè (Lalli, ’78). Il primo libro uscito con Sellerio è ‘La strage dimenticatà del 1984 cui sono seguiti ‘La stagione della caccià, ‘Il birraio di Preston’, ‘Un filo di fumò, ‘La concessione del telefonò, diventati dei cult. Tutto senza fare troppo chiasso, come nello stile dell’amica Elvira Sellerio, per lo scrittore «una sorella». Il suo editore storico per i novant’anni lo aveva festeggiato con l’uscita, in tiratura limitata, de ‘I sogni di Camillerì, dove sono raccolti i brani in cui sognano i personaggi di tutti i libri dello scrittore e un volume celebrativo con una serie di saggi in cui era proposta una chiave di lettura della sua opera, del rapporto con la lingua, i luoghi e le abitudini, firmati da critici e intellettuali come Salvatore Silvano Nigro, Giovanni De Luna, Tullio De Mauro.

Pubblicato oltre che da Sellerio, da Mondadori – che ha puntato molto su Montalbano contribuendo alla sua fortuna e poi da minimum fax, Chiarelettere e Rizzoli, il Commissario e il suo autore non hanno mai smesso di stupire. «Le sue avventure seguono un ordine cronologico preciso invece l’editore li ha mescolati. E’ meglio che sia così», ha raccontato Camilleri. E se il suo «unico vero maestro è «stato Orazio Costa», Camilleri – che ha una memoria di ferro nel ricordare episodi della sua vita e un grande senso dell’ironia – ha più volte raccontato di sentire «immensamente» la mancanza di Leonardo Sciascia, suo fondamentale punto di riferimento.

Camilleri avrebbe voluto finire la sua carriera «seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio “cunto”, passare tra il pubblico con la coppola in mano» aveva detto più volte lo scrittore.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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