Catania
Telefono Rosa, forse vittima soggiogata dal suo assassino
ROMA – «Ma non è che questo suo dire e ribadire “sono felice”, che “bella giornata” stia a indicare che la donna era completamente soggiogata dal suo assassino?»: a formulare questa ipotesi è Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, commentando la vicenda della donna di Caltagirone uccisa nel sonno dal compagno, dopo che il giorno prima aveva postato su Facebook numerosi post in cui si diceva felice e innamorata.
«Siamo d’accordo che spesso le donne non vogliono prendere atto che il partner è una persona violenta. Ma ripetere ossessivamente quanto è bello stare insieme e quanto si sia felici, lascia un pò perplessi. Che necessità c’è di ripeterlo tante volte? Sembra proprio un’ossessione, quella di voler dimostrare che si è felici. L’ipotesi potrebbe essere che lei fosse completamente dominata o, forse, che avesse paura di lui” azzarda Moscatelli. «Tante donne non vogliono riconoscere che la persona che hanno al fianco le maltratta. Vorrei proprio conoscere l’opinione di amici e familiari della coppia. Possibile che nessuno si sia mai accorto di niente? E’ possibile elevare un inno alla felicità e dopo poche ore essere ammazzata a coltellate? Magari scriveva di essere felice per rabbonire lui e per dimostrare agli altri che con lui stava vivendo una storia d’amore meravigliosa» aggiunge.
L’uomo ha parlato di «raptus», ma «non può essere un raptus a farti uccidere una persona nel sonno. Colpire una che dorme inerme, che razza di raptus può mai essere? O tu sei matto, e allora c’è una diagnosi, o altrimenti raptus non è». Infine un consiglio ad amici e parenti: «cercate di essere attenti ai segnali di malessere che trapelano dalle coppie e non lasciare sole le donne maltrattate: se ci si accorge che c’è qualcosa che non va nella coppia, cercare di parlare con la donne e convincerla ad andare in un centro, a farsi aiutare.
E sui dati relativi ai femminicidi, nel 2016 le vittime, secondo alcune fonti, sono stati 110, mentre Telefono Rosa assicura che il numero esatto è 116 e c’è chi parla addirittura di 120. Certo è che dal primo gennaio 2017 ad oggi sarebbero almeno 17, secondo le associazioni, i casi di donne uccise per mano maschile, l’ultima proprio oggi a Caltagirone, nel catanese. La situazione resta quindi allarmante, visto che si parla di una donna uccisa ogni tre giorni circa. Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Gli omicidi in ambito familiare comunque, secondo le forze dell’ordine, sono in lieve ma costante calo: 117 nel 2014, 111 nel 2015, 108 nel 2016. Secondo un’analisi dell’associazione Sos Stalking, nel 32,5% degli omicidi avvenuti negli ultimi dieci anni è stata utilizzata un’arma da taglio, nel 30,1% l’assassino ha dato fuoco alla vittima. Infine il 12,2% dei killer ha fatto uso di “armi improprie», il 9% ha strangolato la vittima, e il 5,6% l’ha soffocata. E poi c’è il suicidio del killer: nel 31,3% dei femminicidi l’assassino si è poi tolto la vita, nel 9% ci ha provato senza riuscirci. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA