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Voli “salati”, cookies e algoritmi: così sul web i prezzi vanno su e giù

Di Andrea Lodato |

Catania – Non è solo questione di tariffe stabilite dal mercato, che già tanto basterebbe per farci su una rivoluzione e una massiccia protesta contro chi, in buona sostanza, sfrutta apertamente e qualche volta volgarmente i bisogni del popolo che viaggia. No, non basta il mercato. A tirar su le tariffe aeree ci sono, spiegano gli esperti, almeno altri due elementi, due meccanismi del processo di scelta, selezione e prenotazione dei biglietti che riguardano i canali che utilizziamo e i devices. In due parole a fregarci sui prezzi sarebbero anche algoritmi e cookies.

Chi non ha mai provato a prenotare un biglietto aereo utilizzando il proprio pc a casa, o lo smartphone o il tablet? Probabilmente quasi tutti. E quanti hanno avuto la sgradevole sensazione, se non la certezza, che dopo avere cercato e trovato un volo ad un prezzo che era sembrato il più basso, dunque il più ragionevole, usciti dalla prenotazione sul sito della compagnia aerea scelta, rientrandovi e cercando lo stesso volo, nello stesso giorno, alla stessa ora, in buona sostanza quello stesso volo, si è trovato ad un prezzo maggiorato. Leggermente maggiorato, ma più caro? Diremmo più o meno tutti.

Che cosa è successo? Si pensa, magari, che la colpa sia da attribuire al fatto che qualcuno nello stesso momento ha cercato quel volo ed ha fatto il biglietto al prezzo che avevamo visto prima. Dunque «se l’è fregato lui» e a noi tocca quello successivo proposto nella prenotazione on line, che, appunto, ha un prezzo più alto. Pare che non sia così, pare che, invece, c’entrino i cookies, cioè quei «gettoni identificativi che vengono utilizzati dalle applicazioni web per archiviare e recuperare informazioni a lungo termine sul lato client».

Le compagnie aeree giurano di no, ma esperti, associazioni di consumatori, avvocati che si occupano di web, diritti e trasparenza, dicono proprio di sì. In pratica, quando entriamo nei siti delle compagnie aeree, così come in qualunque altro sito di e-commerce, del resto, il nostro IP viene identificato e successivamente riconosciuto. E quando, anche nel giro di pochi minuti, entriamo, usciamo e rientriamo per cercare un Catania-Torino, un Venezia-Palermo, un Catania-Roma al miglior prezzo, siamo già “schedati”. E il volo che al nostro primo giro costava 48 euro, dieci minuti dopo è salito a 53. Tanto dobbiamo prenderlo, pensano i cookies…

Inutile arrabbiarsi, funziona così. Altre spiegazioni vengono fornite dalle compagnie, ma risultano, appunto, molto poco credibili, anche perché chi sulla materia ci ha lavorato, studiato ed indagato su parecchio, spiega che se contemporaneamente cerchi quel biglietto a quel prezzo da un altro computer, beh lo trovi. E allora? Allora niente, perché per quanto le associazioni di consumatori abbiano denunciato migliaia di casi, per quanto si possano portare quelle prove legate a prenotazioni fatte da due pc diversi per lo stesso volo, nonostante tutto, dicono i legali, «anche se venisse dimostrato l’IP tracking, difficilmente sarebbe configurabile come reato: si trattadi stratagemmi commerciali, al massimo, non perseguibili sotto alcun aspetto». Una bella fregatura, dunque questa dei cookies web, che peraltro ti inseguono per mesi dopo che tu hai fatto un giro per prenotare, chiedendoti ad ogni apertura di pc, di social network, di e mail, se ancora cerchi il biglietto al miglior prezzo per Torino. La soluzione? Essere più decisi, più sicuri, magari fare prima una verifica dallo smartphone e poi finalizzare l’acquisto da un altro pc.

Ma c’è dell’altro, magari un aspetto che al consumatore medio sfugge anche come percezione, dal momento che, generalmente, utilizza sempre lo stesso dispositivo per prenotare e acquistare. Ci sono gli algoritmi che, anche qui lo dimostrano gli esperti, calcolerebbero il prezzo da proporre al cliente analizzando l’area geografica in cui ci si trova, lo strumento utilizzato per connettersi e persino facendo una valutazione del reddito medio del cliente. Un accertamento patrimoniale e di stile di vita possibile attraverso l’analisi di big data, quell’insieme di informazioni digitali eterogenee raccolte utilizzando tutte le informazioni che abbiamo lasciato in giro per il web. Insomma, quei dieci, venti, ma in qualche caso anche 50 euro in più che potreste trovarvi caricati su un volo o sul pacchetto di un viaggio, potrebbero dipendere anche dal luogo, dal costo dei dispositivi che utilizziamo e da una certa memoria. Se anche solo per curiosità avete cercato on line il modello dell’ultima Ferrari, o avete sbirciato una collezione di Rolex o avete cercato il resort 5 stelle lusso di una lontana spiaggia esotica, potrebbero fregarvi un parte dell’anticipo della “812 Superfast”, del “Cosmograph Daytona” o del soggiorno al “Gili Lankanfushi Maldives”. E fossero pure una decina di euro, perché piegarsi alla logica degli algoritmi che v rovinano la tariffa low cost? Va…COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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