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Catania, “rame” di Napoli come gli arancini Mille gusti per “acchiappare” i giovani

Di Carmen Greco |

CATANIA – Uno che si chiama Anthony La Farina, il destino ce l’aveva già nel nome. Panettiere come il papà, a 27 anni ha scelto di “trasformare” il mestiere dedicandosi “anema e core” allo studio delle materie prime e per lui l’innovazione significa coinvolgere i giovani.

Ecco che nel periodo dei Morti ha deciso di cambiare “gusti” alle Rame di Napoli, il dolce tipico della tradizione (che a Napoli non sanno nemmeno cosa siano ndr) interprentando un copione secolare con la sensibilità di un artigiano moderno. I puristi storceranno il naso di fronte alle rame di Napoli al gusto di “Pan di Stelle” ma tant’è. Negli ultimi anni in molti si sono cimentati nella rivisitazione di questi biscottoni morbidi ricoperti di glassa che seguono, loro malgrado, il destino degli arancini preparati ormai in decine e decine di varietà (alcune bisogna dire decisamente improponibili ndr) ma l’evoluzione in cucina e quindi nei forni, passa anche da questi esperimenti.  

«Ho voluto riscoprire il dolce tipico della tradizione in varianti un po’ inconsuete, per conquistare un pubblico più giovane. In genere sono dolci che comprano le persone più grandi e io volevo puntare ad una clientela più giovane».

Oltre alle “rame” tradizionali si trovano le versioni con la marmellata di albicocca, frutti di bosco, fragola, Kinder bueno, Kinder cereali, Raffaello, Nutella, Pan di Stelle, ricotta e gocce di cioccolato (quella che preferisce l’autore ndr), pistacchio (nelle due versioni al 20% e al 40% di pistacchio). I nomi sono indicativi, nel senso che danno l’idea del gusto perché «le farciture sono tutte ricreate a prodotte da me – precisa La Farina – mi son messo davanti i libri studiando le percentuali degli ingredienti e poi riproducendo le creme relative ai gusti, tranne che per la Nutella original Ferrero».

Gli esperimenti delle rame “moderne”, pare, siano andati bene, tanto che La Farina le venderà fino a metà dicembre, allungando la vita di questi dolci che tradizionalmente scompaiono con il Ponte di Ognissanti.    

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