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Manovra, Quota 100 resta nel 2020 Tetto del contante si abbassa a 1000 euro

Di Redazione |

ROMA – Nel 2020 Quota 100 non cambierà e le tasse saranno tagliate solo ai lavoratori. Su questi due pilastri regge il primo accordo sulla manovra, siglato da Pd e M5s. Il confronto prosegue: manca l’intesa su temi delicati come il carcere agli evasori. E Matteo Renzi attacca sia su Quota 100 sia sull’abbassamento da 3.000 a 1.000 euro del tetto all’uso del contante, una scelta su cui si scontra con il premier Giuseppe Conte. Ma intanto il M5s ottiene che le finestre per le pensioni anticipate non slittino e il Pd che i 3 miliardi di taglio del cuneo non vengano spalmati anche sulle imprese ma dati solo ai lavoratori. Si sblocca così la convocazione del Consiglio dei ministri per approvare il Documento programmatico di bilancio (Dpb) che indica i cardini della legge di bilancio e deve essere inviato alla Commissione europea entro mezzanotte.

Nella notte di lunedì tutto sembra di nuovo in discussione. Poi tra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia parte la mediazione tra i partiti di maggioranza. Conte fa sapere che non accetterà di trasformare la manovra in un terreno per le “bandierine dei partiti” o in uno «strumento da campagna elettorale». Il premier parla uno ad uno con i capi delegazione, poi in una riunione con il ministro Roberto Gualtieri e i tecnici del ministero, alla quale intervengono i sottosegretari M5s e Pd Riccardo Fraccaro e Antonio Misiani, definisce le linee dell’intesa da sottoporre nella notte di martedì al via libera dei partiti e dei ministri in Cdm. Entro la mezzanotte è obbligatorio approvare e mandare all’Ue soltanto il Dpb: la manovra e il decreto fiscale (che assicura circa tre miliardi di coperture) non compaiono all’ordine del giorno, è probabile che serva un secondo Cdm, forse lunedì 21, per approvarli. Di sicuro i testi finali non arriveranno prima del 20 ottobre.

Gualtieri derubrica a «dettagli» le questioni ancora aperte e spiega che «il quadro di fondo è definito: l’Iva non aumenterà, ci saranno più soldi in busta paga, più investimenti e un robusto pacchetto famiglia, elenca. Anche Conte sottolinea lo “sforzo significativo” fatto per usare le «non molte» risorse a disposizione (solo per l’Iva servono 23 miliardi sui circa 30 totali della manovra) per dare «potere d’acquisto» ai lavoratori dipendenti. Quest’anno si abbassano le tasse solo a loro. Ma la manovra, dice, imposta una «svolta». Soddisfatti si dicono Luigi Di Maio (“Non alziamo le tasse”) e Nicola Zingaretti (“Ci sono i pilastri Pd, inclusa la svolta verde”): l’accordo “consegna” al primo Quota 100, al secondo il taglio del cuneo ai lavoratori. Sulle finestre per il pensionamento anticipato nulla cambia nel 2020 ma, a dire il vero, non si esclude un intervento nel 2021.

Per il resto, Roberto Speranza incassa lo stop ai superticket da luglio 2020. Renzi e Di Maio si vantano di aver sventato la tassa sulle sim card aziendali. Tutti celebrano il Fondo da 2 miliardi per la famiglia, viatico all’assegno unico. Ma tanto è ancora in discussione: in manovra dovrebbero arrivare la tassa sulla plastica e la «sugar tax» sulle bevande con zuccheri aggiunti. E tra M5s e Pd è ancora in corso il braccio di ferro sull’inasprimento del carcere per gli evasori: i pentastellati lo vogliono nel decreto fiscale, insieme alla confisca dei beni, mentre i Dem vorrebbero affrontare il tema in una legge ad hoc.

Un capitolo a sé è quello del tetto all’uso del contante: fu alzato dal governo Renzi a 3000 euro, ora la bozza del decreto fiscale prevede che torni a 1000 euro. La scelta piace al Pd: Dario Franceschini ricorda che era contrario quando Renzi l’alzò e ora è bene abbassarlo. Fa invece storcere il naso a Iv, che con Luigi Marattin chiede di alzare la soglia in tre anni ma solo a patto che si azzerino le commissioni sulle carte di credito. Conte rimprovera i renziani: «Bisogna schierarsi con gli onesti e il tetto al contante è un tassello fondamentale». “Non è fondamentale», ribatte a muso duro Renzi, che torna a bollare come «iniqua» Quota 100. Nel complesso la manovra piace poco a Iv, che mormora contro le scelte «fatte dai Visco boys”: i renziani assicurano che non faranno «ricatti», nessuna “barricata». Ma le prossime settimane si annunciano turbolente. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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