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Nel Padiglione francese oggetti e storie

Di Redazione |

(ANSA) VENEZIA, 23 MAG – Il vetusto edificio esterno è stato brutalizzato con una striscia di carta giallo lime, che recita il titolo della installazione “Luoghi infiniti”. Una serie di sedie a sdraio con la stoffa dello stesso giallo lime evoca usi vacanzieri e distaccati. E’ un po’ la giocosità, l’arte del destrutturare e ricostruire, del dare un nuovo senso e una nuova cifra agli spazi ripensandoli, la cifra del Padiglione Francese, da sempre uno dei più importanti e osservati della Biennale d’Architettura. Al suo interno questa impostazione diventa evidente: una sorta di scatola di legno (riciclato dalla installazione della scorsa edizione) che reinquadra l’ambiente e lo trasforma da luogo della tradizione in luogo di colore, dell’incontro degli oggetti, i più disparati e colorati possibile appesi a queste pareti, dai birilli al sedile blu elettrico di un cinema, da un pugno di cartapesta a una bicicletta. Di tutto con cose nate dalla sapienza dei giovani architetti che lo hanno curato, il collettivo ETC.

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