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La chiusura del ponte fra Pachino e Portopalo divide due comunità invece di unirle

Di Redazione |

Le persone che giornalmente transitano sul ponte fra Pachino e Portopalo di C. P. non si capacitano com’è possibile che una arteria così importante e vitale possa essere chiusa al traffico senza aver prima verificato la staticità del ponte medesimo. Quello che si è capito è che qualche funzionario della ex-Provincia Reg. Di Siracusa tiene di più al proprio posto di lavoro che alle cose fatte giuste stante che diversi ponti cadono sulle strade ammazzando incolpevoli passanti.

Tante cose si potevano fare prima di arrivare ad una tranciante soluzione che divide due comunità invece di unirle. Il ponte, per chi ne ha memoria come me, fu aperto nel 1967 ed a distanza di 50 anni viene chiuso a tutti senza un fondato motivo di pericolo per il traffico leggero quali le autovetture, le motociclette, i pedoni, i ciclisti, ecc.

Le persone non comprendono il silenzio assordante di tutti fra cui gli Enti Amministrativi locali, i giornalisti e quanti dovrebbero sollecitare provvedimenti urgenti tendenti alla riapertura. La pazienza di quanti sono coinvolti da una improvvida decisione, si riservano di agire allorché ci saranno i dati certi sulla verifica statica del ponte, … a tal punto si farebbe un’azione di risarcimento contro chi ha abbondantemente sbagliato di misura nell’adottare provvedimenti senza dati certi.

In prosieguo invio foto dei danni causati alle autovetture che non leggendo la cartellonistica stradale apposta, a tutta velocità impatta o contro i guard rail posti di traverso, all’inizio del ponte, sul lato Portopalo, perché posti alla fine di una lunga curva cieca… Si sarebbe potuto prevedere tutto ciò e chiudere prima della curva… 

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