Cronaca
La giornata nera del commissario e l’autodifesa del direttore sui «no»
Catania. Solo un malinteso, azionato da una presunta dose di «chiacchiera e protagonismo». Tiziana Lucchesi, direttore reggente del Parco dell’Etna, affida a Facebook la sua arringa difensiva dopo il caso dello spot Vodafone prima respinto e poi autorizzato dopo l’intervento del sindaco di Catania Salvo Pogliese. E le sue annotazioni al veleno sembrano proprio diretta al tackle di matrice politica che ha trasformato un grigio carteggio, come centinaia ne espleta l’ente ogni anno, in una miccia esplosiva. La polemica, infatti, sarebbe ormai diventata il punto di non ritorno per gli attuali vertici dell’area protetta, in realtà incarichi che già di per sé erano provvisori. Alcuni risalenti all’era Crocetta – è il caso di Lucchesi – altri alla fase commissariale inaugurata a febbraio dal governatore Musumeci per i vari enti regionali.
In quest’ottica a Gabriele Ragusa, dirigente capo del Genio civile di Catania, era stato affidato il Parco. Ieri, per lui, una giornata da dimenticare: prima la bordata del presidente sull’ipotesi di «gravi negligenze e mala amministrazione» da parte dell’ufficio in relazione all’alluvione del Calatino e possibili conseguenti dimissioni. Poi le indiscrezioni sull’imminente cambio di commissario al Parco e anche qui in serata circola la voce che Ragusa avrebbe rassegnato il suo mandato dal Parco. Non dunque la nomina di un nuovo presidente – anche perché la soluzione politica che avrebbe portato a nomi come l’ex sindaco di Belpasso Carlo Caputo non si è mai rafforzata – ma la scelta di un profilo istituzionale. L’identikit forte, in tal senso, è quello dell’attuale commissario del Parco dei Nebrodi, nonché comandante del Nucleo operativo della Forestale catanese, Luca Ferlito. Ma non va neppure sottovalutata l’eventualità di colpi di scena.
La provvisorietà degli incarichi, in ogni caso, da tempo si scontra con numerosi musi lunghi dalle parti di Nicolosi, lì dove ha sede il Parco. Scenario reso ancora più incerto, dal punto di vista dei burocrati dell’ente, dallo scenario di una radicale riforma della governance del vulcano evocato dal presidente Musumeci. L’idea della creazioni di un’unica Autority dell’Etna in luogo dell’attuale puzzle di competenze fra Comuni, Parco, ex Provincia e così via, è apparsa suggestiva, sebbene non ancora declinata in concreto. Nel frattempo l’ente «tira avanti per come possiamo», ammettono i dipendenti a microfoni spenti. C’è chi chiede un ringiovanimento, chi quantomeno un innesto di competenze visto l’impatto dei pensionamenti, chi un’iniezione di risorse.
Il direttore Lucchesi, intanto, alza il muro sul caso Vodafone. Nessun blocco burocratico, solo una normale dialettica con la Akita Film srl e verifiche sulle modalità delle riprese da compiere, sempre a tutela della montagna. Anche perché, secondo la sua ricostruzione, il nome Vodafone è venuto fuori all’ultimo: «Soltanto nel pomeriggio di lunedì veniva finalmente trasmessa sempre dalla società Akita Film una formale richiesta con l’indicazione, per la prima volta, della Vodafone». La procedura adottata e regolamentata dall’Ente Parco – scrive Lucchesi – è uguale e corretta e valida sia per le “piccole” richieste di autorizzazione, sia per quelle dei “grandi” colossi. Spiace, pertanto, che tali procedure vengano sminuite e interpretate e che si lasci intuire che è sufficiente un limitato numero di telefonate per modificare l’applicazione delle norme».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA