Ragusa
Nuovo ospedale di Ragusa, Musumeci taglia il nastro: «Mi vergogno per il ritardo»
RAGUSA – «Mi vergogno con tutti voi per il ritardo col quale consegniamo a Ragusa il nuovo ospedale. Tredici anni sono troppi per una struttura. Sono tempi inconcepibili». Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, all’inaugurazione del nuovo ospedale di Ragusa Giovanni Paolo II».
La prima pietra del costruendo ospedale era stato posta dall’allora ministro alla Salute, Francesco Storace, il 12 novembre 2005. E 16 mesi fa era giò saltato il primo tentantivo di inaugurazione.
Tutti i dettagli del trasferimento delle attività sanitarie in contrada Cisternazzi sono stati svelati ieri dal commissario straordinario dell’Asp, Salvatore Lucio Ficarra, affiancato dal direttore amministrativo Salvatore Lombardo ed i massimi vertici degli Ospedali di Ragusa: il direttore sanitario Pasquale Granata, il direttore amministrativo Gabriella Merlino e il dirigente medico Giuseppe Cappello.
Ficarra ha parlato di “un momento speciale” che “segnerà una svolta per la sanità siciliana”. Non entrando assolutamente nel merito delle indagini e delle vicissitudini che negli ultimi 16 mesi hanno riempito le cronache locali e non solo, Ficarra ha detto di sentire la forte responsabilità di un passaggio molto atteso, probabilmente uno degli ultimi atti del suo incarico a Ragusa. “È stato un percorso faticoso e molto impegnativo che ho svolto con il contributo prezioso di molti dirigenti e dipendenti che non hanno mai guardato orari e calendario, facendo davvero tutto quello che era possibile fare affinché questo ospedale venisse aperto”.
Ficarra ha quindi ringraziato la Regione per il concreto sostegno necessario a completare tutto il sistema tecnologico. Ed ancora il prefetto di Ragusa, il procuratore della Repubblica e la Questura “che ci hanno consentito di incanalare tutte le tappe di un processo che ci ha portato al completamento dei lavori. E, altresì, i Vigili del Fuoco e la Guardia di finanza”.
Dopo un iter lungo quasi 30 anni, e 50 milioni di euro spesi, si arriva quindi all’operatività del Giovanni Paolo II destinato a diventare, nel piano complessivo della sanità iblea, “presidio ospedaliero di riferimento di I livello” con 220 posti letto per i reparti di Astanteria (Pronto soccorso) Rianimazione, Medicina, Chirurgia Generale, Ortopedia, Urologia, Cardiologia con Utic e Emodinamica, Ostetricia e Ginecologia, Neonatologia con Utin, Pediatria. I servizi sono Radiologia, Patologia clinica, Farmacia, Direzione Sanitaria e Direzione Amministrativa, Medicina Nucleare. All’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ibla resteranno il polo Oncologico, la Riabilitazione e, quasi sicuramente, si riempiranno gli spazi lasciati vuoti da altri servizi disseminati nel territorio.
La struttura di contrada Cisternazzi accoglierà sotto lo stesso tetto una risonanza magnetica, due Tac, due angiografi, tre terapie intensive di ultima generazione, sale emergenza con numerosi monitor, PET. Entro la fine di novembre, tutti i reparti previsti dovrebbero essere operativi presso il nuovo ospedale di Ragusa, anche se il commissario Ficarra ha spiegato che ogni passaggio dovrà essere fatto nel massimo della sicurezza, rispettando anche i tempi di assestamento in una struttura che da 10 anni attende di essere attivata. “Inizieremo con tutte le attività ambulatoriali ed in seguito la dismissione dell’attività di ricovero presso il Civile. Poi lo sdoppiamento del Pronto Soccorso: ci sarà un momento in cui, per la massima sicurezza, avremo due presidi, uno rimarrà attivo al Civile ed uno verrà avviato al Giovanni Paolo II, ed infine, a pieno regime, presso il nuovo ospedale rimarrà l’unico Pronto Soccorso cittadino mentre al Civile abbiamo previsto il trasferimento della Guardia medica, del 118 ed il PPI per garantire un servizio di primo intervento h24”.
Il cronoprogramma relativo al trasferimento dei reparti sarà quindi comunicato man mano che l’attività va avanti. “Per la sanità iblea si tratta certamente di una buona notizia – è stato aggiunto ieri in piazza Igea – proprio nel momento in cui si dibatte su posti letto e reparti da assegnare ai vari ospedali nella nuova Rete Regionale. L’apertura del nuovo ospedale consentirà, tra l’altro risparmi consistenti per la chiusura del Civile, ormai ridotto in spazi inadeguati, che saranno invece destinati ad ambulatori vari, servizi e a presidi territoriali di Emergenza”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA