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Scala dei Turchi, c’è l’accordo tra Comune e proprietario ma è polemica

Di Redazione |

AGRIGENTO – Il Comune di Realmonte avrebbe raggiunto un accordo con il presunto proprietario del terreno sul quale ricade la Scala dei Turchi, una delle principali mete turistiche della Sicilia, per la “privatizzazione” del sito.  Può sembrare “Totòtruffa ‘62” il film nel quale Totò prova a vendere la fontana di Trevi. Ma qui non c’è Totò e non c’è la fontana di Trevi. Siamo a Realmonte e c’è la celeberrima Scala dei Turchi. Si calcola infatti che dopo la Valle dei Templi, in provincia di Agrigento Scala dei Turchi sia il luogo più visitato anche se le stime in questo senso sono impossibili da fare. La “proprietà” di Scala dei Turchi è ancora “in ballo” tra il Comune e un uomo del luogo che risulta catastalmente proprietario di una grossa parte dell’area maggiormente “battuta” dai turisti, Ferdinando Sciabarrà, ed dipendente della Camera di commercio  che oggi afferma di essere il proprietario della marna. 

Ma da indiscrezioni risulta che Sciabarrà – che qualche anno fa voleva recintare l’area con l’associazione Mareamico e fare pagare un ticket d’ingresso in cambio della gestione, cura e  salvaguardia della marna – dopo anni di battaglie legali col Comune (che aveva intenzione di far valere l’usucapione) avrebbe raggiunto un accordo con il proprietario delle particelle catastali. La Scala dei Turchi dovrebbe andare totalmente in gestione al Comune, ma l’oggetto dell’accordo prevederebbe che gli introiti (sui diritti televisivi, giornalistici, cinematografici per fini commerciali e pubblicitari, proventi per attività di merchandising, uso brand “Scala dei Turchi”, realizzazione portale turistico ufficiale) siano destinati per i prossimi 70 anni al soggetto privato nella misura del 70%, mentre il restante 30% andrebbe al Comune. 

La notizia ha fatto saltare sulla sedia diverse persone, anche in considerazione del fatto che Scala dei Turchi è una falesia viva di marna bianca che per sua morfologia appare incompatibile con un uso personale. «Scala dei Turchi è patrimonio della Sicilia, è uno dei luoghi simbolo che ha promosso l’immagine della nostra isola a livello internazionale sia dal punto di vista turistico che naturalistico. Quello che sta accadendo a Realmonte lascia senza parole: la “cessione dei diritti d’immagine” ad un privato da parte del Comune è inconcepibile, al di là degli aspetti formali e dei cavilli normativi», ha detto Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Assemblea Regionale Siciliana, firmatario di un’interrogazione promossa da Michele Catanzaro e sostenuta dal gruppo parlamentare. Nell’interrogazione – rivolta al presidente della Regione, all’assessore al Territorio e Ambiente, all’assessore per i Beni Culturali ed all’assessore per le Autonomie locali – si chiedono chiarimenti sulla possibile transazione fra il Comune di Realmonte ed il presunto proprietario del sito, finalizzata alla cessione dei diritti. 

Anche Legambiente è contraria alla cessione dei diritti. «Ci chiediamo perché, qual è l’utilità di questo accordo e perché il sindaco di Realmonte abbia deciso di svendere in questo modo la Scala dei Turchi che deve, invece, essere patrimonio di tutti». dice Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia. 

E dire che il fatto che la Scala dei Turchi rientri nella proprietà di un privato cittadino lo scoprì quasi casualmente proprio il Comune di Realmonte, il quale mise mano a mappe catastali e cartine perché interessato a frenare l’assalto estivo periodicamente subito dalla scogliera di marna bianca. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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