Cronaca
Zoomafia, in Sicilia c’è un indagato ogni sette ore e un’inchiesta ogni 12 ore
Ogni 12 ore in Sicilia, nel 2019, è stato aperto un procedimento penale per reati a danno di animali, con un indagato ogni 7 ore circa. Corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, uccisione di animali, traffico di fauna selvatica, pesca di frodo: sono alcuni dei crimini contro gli animali registrati in Sicilia.
E’ quanto rivela Zoomafia 2020 Lav, alla sua ventunesima edizione, redatta da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio che ha chiesto alle Procure ordinarie, e a quelle presso i Tribunali per i minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2019, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Per la Sicilia le risposte sono arrivate da 12 Procure su 16 (non hanno risposto Agrigento, Barcellona Pozzo di Gotto, Palermo e Ragusa) e da tre Procure Minorili su quattro (non sono pervenuti i dati della Procura per i minorenni di Caltanissetta).
Proiettando la media dei dati pervenuti su scala regionale, nel 2019 in Sicilia sono stati registrati circa 760 fascicoli (circa l’8% di quelli nazionali), con un tasso di 15,02 procedimenti ogni 100.000 abitanti; e circa 1200 indagati (circa il 20,54% di quelli nazionali), con un tasso di 23,73 indagati ogni 100.000 abitanti.
«L’alto numero degli indagati si spiega con l’esistenza di un procedimento per corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali, con ben 336 indagati, che ha fatto salire di molto la media del numero di indagati», chiarisce Troiano. «Storicamente la mafia siciliana manifesta un forte interesse per attività collegate all’ambiente, come il controllo dell’edilizia, la produzione di conglomerati bituminosi e cementizi, il movimento terra, l’attività estrattiva e il settore agro-silvo-pastorale – continua Troiano. – Accanto a questi tradizionali ambiti, la criminalità organizzata siciliana si è infiltrata in diversi settori afferenti allo sfruttamento di animali. Significativa la penetrazione accertata nell’organizzazione di corse clandestine di cavalli. Le indagini, infatti, hanno confermato l’esistenza di associazioni per delinquere semplici e di associazioni mafiose finalizzate alle corse e scommesse illegali. Anche l’ippica ufficiale è soggetta alle penetrazioni criminali e, in tal senso, l’indagine dei carabinieri denominata «Corsa Nostra» è altamente evocativa di quanto la mafia fosse riuscita ad esercitare il pieno controllo delle corse dell’ippodromo di Palermo. Le attività d’indagine hanno documentato che le consorterie si rivolgono con attenzione al settore della raccolta delle scommesse e dei giochi on line. Attraverso la gestione dei centri scommesse, infatti, come sottolinea la Dia, esse accrescono la propria capacità di penetrazione e controllo di altre attività nel territorio, in una sorta di circolo vizioso, cogliendo non solo opportunità di riciclaggio, ma anche la possibilità di dare lavoro a persone organiche a Cosa nostra». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA