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Si gira “Malarazza”, «I miei personaggi sono dei “vinti”»

Di Maria Lombardo |

Stella Egitto è Rosaria, la protagonista, Paolo Briguglia il trans Franco, David Coco (Tommasino il marito). Nel cast anche Lucia Sardo e Cosimo Coltraro. E poi i ragazzini di Corso Indipendenza, San Berillo nuovo, Librino, Villaggio S. Agata: 240 fra comparse e figurazioni speciali. Cinque i ragazzini protagonisti: Andrea Ensabella (Maurizio), Davide Luciano Pulvirenti (Aldo), Danilo Vitale (Luigi) , Omar Noto (Alessio) e Antonino Frasca Spada (Antonino, figlio di Rosaria). La canzone di Modugno, riscritta da Mirko Miro in versione rap, è accostata a brani neomelodici di Matteo Milazzo, catanese (200.000 ascolti su Youtube), la colonna sonora è di Giuliano Fondacaro.

Virgilio, dipingi i tuoi personaggi?

«Sono dei “vinti”. Rosaria combatte per suo figlio ma lei è diversa, a Librino è capitata per caso. Le periferie sono parte integrante delle città ma il degrado in cui sono lasciate fa aumentare la microcriminalità.  La nostra amministrazione ha fatto tanto per avviare un processo di integrazione ma lo Stato non deve stare a guardare».

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Stella, com’è Rosaria?

«Una donna che vorrebbe prendere una boccata d’ossigeno rispetto all’ambiente in cui vive. Stiamo costruendo il personaggio giorno dopo giorno. Giovanni ci sta guidando bene attraverso racconti e visite ai quartieri. La sceneggiatura spiega fragilità, paure e forza di questa donna dotata di senso di responsabilità».

Che impressione ti ha fatto Librino?

«Molto forte. Il film è un appello a combattere l’emarginazione ma lo facciamo in punta di piedi».

Quale impatto con Catania per te, messinese di Roma?

«Questa è una delle città più belle d’Europa: vitale, elettrica. Un’altra Barcellona. Ci vivrei se non fossi obbligata dal lavoro a stare a Roma. La nostra terra è piena di cose bellissime e in abbandono. Ci vuole voglia di investirci» aggiunge l’attrice che vedremo presto sullo schermo nell’opera prima di Giuseppe Lo Console, con Ambra, Battiston, Giovanni Ansaldo, quindi in teatro in un riadattamento di Amleto .

Malarazza prevede scene a piazza Duomo, piazza Università, Convitto Cutelli, Fortino, Librino e Playa. La fotografia – dice il direttore Giovanni Mammolotti – «è nel segno del realismo rivisitato, evitando quello di maniera».

Com’è andata a Librino, Virgilio?

«Siamo stati assaliti dalla folla di curiosi ma con cortesia e collaborazione. Qualcuno ha detto “Fate qualcosa che non parli sempre di mafia”».

La produzione è di Movieside Cinematografica e Xenon Produzioni Cinematografiche in collaborazione con gli Studi Cinematografici Siciliani di Catania che hanno effettuato i provini e forniscono il supporto tecnico. Direttrice di produzione Giusy Giardina.

«Non abbiamo fondi ma la soddisfazione mia e del mio socio Umberto Amato è aver dato vita a un polo che produce cinema di serie A».

Fortissimamente Catania, allora?

«Sono cresciuto alla Civita. Da “carnivoro” della città, ho potuto vivere in certi ambienti. Da regista ho lavorato nelle carceri, a Bicocca, alla Cga di Palermo fra gente che non vuole fare quella vita ma non ha come vivere».

Per Paolo Briguglia, sul set a San Berillo, trans fra i trans «il percorso di contatto è iniziato da un po’: per un attore è meraviglioso trasformarsi. Ma al di là del tirar fuori lati femminili e omosessualità, desidero trasmettere con rispetto e pudore la vita di ragazzi che non sono riconosciuti per la loro differenza e vengono sbattuti in mezzo alla strada».

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