Lavoro
Gela, l’Eni sospende i lavori della Raffineria green
L’Eni ha comunicato alle imprese di sospendere tutti i lavori di costruzione della raffineria green di Gela fino al perdurare dell’impossibilità dell’accesso in fabbrica.
Lo hanno reso noto Sicindustria e Legacoop Sicilia. La decisione è dovuta alla protesta dei lavoratori di un’impresa dell’indotto, dovuta al licenziamento di 36 operai, che blocca l’accesso alla raffineria.
L’allarme era stato lanciato in mattinata: «Tutte le aziende dell’indotto di Gela sono a rischio default. È improrogabile il rientro immediato in Raffineria per evitare di mettere ulteriormente in difficoltà le aziende. Il rischio sarebbe quello della perdita del posto per i lavoratori che da molti anni sono la forza delle imprese».
A fermare tutto sono i dipendenti dell’impresa «Turco costruzioni» che protestano per il licenziamento di 36 loro colleghi e da 15 giorni bloccano i cancelli della Raffineria e impediscono a tutti i giornalieri dell’Eni e dell’indotto di accedere in fabbrica.
«A fronte degli sforzi che ogni impresa sta sostenendo e sostiene ogni giorno – dicono Sicindustria e Legacoop – il blocco degli accessi non consente alle imprese di contabilizzare i lavori già realizzati e di effettuare le lavorazioni per le quali ognuna di esse ha effettuato investimenti, acquisti di materiali, noleggi di attrezzature e che giustificano il mantenimento in organico dei propri dipendenti».
«Il futuro delle aziende – concludono – è legato a doppio filo con quello dei lavoratori e il rischio reale è che entro questa settimana il numero dei licenziamenti salga da 35 unità a diverse centinaia». A questo si aggiunge la posizione della Raffineria di Gela che, fanno sapere Sicindustria e Legacoop, “ha comunicato alle imprese di sospendere tutti i lavori di costruzione della raffineria green fino al perdurare dell’impossibilità dell’accesso in fabbrica».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA