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Processo su club “scambisti”, il legale: «C’è libertà sessuale, atti alla Consulta»

Di Redazione |

CATANIA – Per ritenere «legittima la criminalizzazione del favoreggiamento e dello sfruttamento» della prostituzione «bisogna ammettere che non esista» la «libertà di autodeterminazione in ambito sessuale» che, invece, è «costituzionalmente garantita» perché ognuno può «disporre liberamente del proprio corpo anche orientandosi per propria autonoma scelta verso il meretricio». Lo afferma l’avvocato Giuseppe Lipera nella richiesta alla terza sezione penale del Tribunale di Catania, davanti al quale si celebra il processo a 22 imputati, tra proprietari e soci, di un club di “scambisti”, con la quale ha sollevato questione di legittimità costituzionale sul reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione «quando volontariamente e

consapevolmente esercitata», anche perché «viola il diritto alla libera iniziativa economica privata».

L’avvocato Giuseppe Lipera

«Se il diritto inviolabile della persona umana è quello alla sessualità autodeterminata – afferma il legale – allora non può contemporaneamente rilevare sul piano penale il compimento da parte di terzi di condotte tese semplicemente a favorire l’incontro tra domanda ed offerta, senza in alcun modo incidere sulla primigenia libertà autodeterminativa delle escort nella gestione della propria corporeità in cambio di vantaggi matrimonialmente apprezzabili». Il processo è instaurato su un’indagine dei carabinieri che nel 2010 fecero irruzione in un club di “scambisti”, gestito da due coppie, che sono a processo assieme a 18 clienti.

Il Pm Agata Consoli si è opposta alla richiesta, il Tribunale, presieduto da Maria Pia Urso, si è riservata di decidere nella prossima udienza, fissata per il 3 luglio 2018.

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