Italia
Lega, tra Bossi e Salvini lo strappo è compiuto
«Bossi critica la Lega nazionalista? Rispetto le sue idee ma non cambio le mie. I numeri dicono l’esatto contrario, i numeri dicono che non siamo mai stati così forti nelle regioni del Nord e con grande orgoglio dico che siamo determinanti e presenti in tutte le regioni del Sud. Il voto della Calabria la settimana scorsa lo testimonia. Vogliamo unire, se qualcuno vuole dividere non è il momento nè il movimento».
Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando con i giornalisti, a Palermo, al termine di un vertice a Palazzo d’Orleans con il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.
«Se è in discussione la leadership del partito? No, un partito che ha il 33% dei voti e l’affetto di milioni di italiani penso che risponda coi fatti. Non ci sono più padri nobili: i padri nobili della Lega sono i 9 milioni di italiani che ci danno il voto».
Ad accendere lo scontro era stato Umberto Bossi a Repubblica: «Al Senato mi hanno chiesto di quale partito ero membro e io gli ho risposto che sono della Lega Nord. Ma la sigla non era prevista, a insistere sarei finito nel gruppo misto. Allora ho aderito al gruppo Lega per Salvini premier, per forza di cose. Ma una tessera nazionalista mica fa per me. Ci sono tanti militanti che non approverebbero. Molti sono già andati via, attirati dal movimento Grande Nord di Roberto Bernardelli. Sbagliano prospettiva. Soffrono perché la Lega ha tolto la parola al Nord. Ma non è finito il mondo. Un recupero è possibile».
«Con la linea nazionalista neanche in Emilia c’era da pensare di vincere. Bonaccini è stato bravo ad agganciarsi per tempo al treno di Lombardia e Veneto, con il progetto del regionalismo differenziato. Altro che prima gli italiani, per quello basta e avanza la destra nazionalista. Ora spero sia chiaro: se trasferisci la Lega al Sud, poi diventa più difficile chiedere il voto alla Lombardia, al Veneto e all’Emilia».
Così si apre la strada alla Meloni? «Certo, ci vuole buon senso. La gente si chiede: la Lega fa ancora gli interessi del Nord, sì o no? Basta fare due conti. Più della metà degli elettori italiani vive sopra il Po. Se perdiamo questi, è finita. La priorità è batterci per l’autonomia, e per raggiungerla l’esperienza insegna che serve mantenere anche buoni rapporti con la sinistra, più sensibile della destra a questo tema». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA