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In Sicilia tanti giovani rientrati dal Nord in attesa del tampone dopo la quarantena

Di Redazione |

Sono tanti i giovani rientrati in Sicilia dal Nord o dall’estero con la prima ondata dell’esodo provocato dal coronavirus che dopo aver finito il periodo di 14 giorni di quarantena sono ancora in attesa del tampone per escludere qualsiasi tipo di contagio. 

Il tampone alla fine del periodo di quarantena è stato previsto dalla Regione per tutti quelli che sono rientrati nell’Isola e si sono registrati nelle piattaforme dedicate, ma le lungaggini che si registrano ancora oggi per gli esiti dei tamponi (sebbene sia stata ampliata la platea dei lavoratori a livello regionale) sono frutto anche della carenza nazionale di reagenti. Un bel problema visto che sono circa 34.000 i siciliani ritornati nell’Isola dal Settentrione o da fuori Italia. Tutti in attesa di tampone.

In questa situazione, dopo un viaggio in Australia, si trova un giovane rientrato a Lipari, dove ha terminato il periodo quarantena ed è in attesa del tampone. Si tratta Marco Lo Schiavo che nel periodo estivo gestisce un lido balneare nella spiaggia di pomice. «Come me – dice – ci sono tanti ragazzi che mi contattano perché l’Asp non ci comunica niente e siamo qui chiusi in casa ad attendere. Ma qualcuno che è in quarantena da giorno 14 ha notizie sui tamponi che ci devono fare? Ho chiamato l’Asp e nessuno sa niente. L’ufficio igiene è chiuso, mi avevano detto di chiamare il 118 e quelli a momenti mi ridevano in faccia giustamente perché non è competenza loro».

Dal distretto sanitario di Lipari fanno sapere che «è una competenza del dipartimento di igiene pubblica che è stato già sollecitato. Ma devono organizzare il servizio da Messina e per ora come si sa c’è super lavoro dappertutto. La quarantena come si legge nel dispositivo si esauriva ieri. Però occorre capire che è un momento di emergenza».

Oggi l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, in un video ha parlato della possibilità di un ricorso ai tamponi veloci per la Sicilia? «L’Istituto Superiore di Sanità sembra stia liberando una nuova tecnologia. Se riusciremo a passare da sei ore di esame a solo un’ora o 40 minuti, per la mole enorme di tamponi che la Sicilia sta facendo, molto più delle altre regioni italiane, questo ci consentirà di diminuire i tempi di refertazione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA