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Tokyo slitta al 2021, Gigi Mazzone: «Serve flessibilità mentale»

Di Lorenzo Magrì |

Il rinvio della 32ª edizione dei Giochi ha creato e continuerà a creare problemi agli atleti che per 4 anni hanno inseguito il sogno olimpico. Per chi pratica sport individuali l’appuntamento di Tokyo è solo rinviato di 12 mesi, ma chi invece fa parte di una squadra come nella scherma per esempio e che era certo di un posto, dovrà riprendere a sudare per meritarsi lariconferma.Gigi Mazzone, catanese, ex campione di scherma (azzurro e tricolore assoluto di spada), attuale presidente del Cus Catania e da anni mental coach dell’Italspada del ct Sandro Cuomo, analizza questo momento particolare a cui vanno incontro parecchi atleti e non solo nella scherma.

«Premesso che sono d’accordissimo su questo rinvio dei Giochi – fa il suo esordio Gigi Mazzone, neuropsichiatra infantile del Policlinico Universitario di Tor Vergata – e sarebbe stato assurdo, soprattutto per noi italiani partecipare a un evento del genere tra soli 4 mesi. E per prima cosa mi riferisco al sentimento di rispetto e vicinanza nei confronti di chi ha perso una persona cara a causa di questa pandemia. Da un punto di vista tecnico sinceramente non penso cambierà molto. Infatti per quanto riguarda i valori in particolare della spada maschile internazionale ritengo che un anno non sposterà grandi equilibri. Inoltre facendo i Giochi sempre a ridosso dell’estate le condizioni climatiche resteranno uguali».

A quali problemi si andrà incontro.

«Quello che cambierà e sarà difficile da gestire è l’aspetto psicologico degli atleti legato alla preparazione di un altro anno di avvicinamento ai Giochi. Sappiamo quanto è stata logorante la qualifica olimpica e da ora in poi chi riuscirà a gestirsi meglio mentalmente in questo anno supplementare avrà la possibilità di giocarsi con maggiore chance una medaglia».

La tenuta psicologica rischia di essere compromessa?«L’atleta deve rivedere mentalmente tutto il suo percorso e gli obiettivi stabiliti dentro di se’ a inizio stagione altrimenti esiste un concreto rischio di trovarsi in una percezione di vuoto e quasi fallimento».

Il mental coach che consigli può dare.«E’ importante essere resilienti cioè resistere e avere la forza mentale di ricostruire un percorso. La prima cosa da fare è riuscire ad essere flessibili con se stessi. Spesso l’atleta di alto livello è rigido e severo in primis proprio con i propri impegni e con gli obiettivi che si era prefissato ad inizio stagione. Tutto questo in una situazione del genere non aiuta. Incaponirsi ripensando alla sfortuna personale della mancata partecipazione alle Olimpiadi o semplicemente recriminare giornalmente peril fatto di non potersi allenare non serve».

Quali sono i rischi.«Primo su tutti quello di fare entrare l’atleta in un pericoloso vortice mentale. Questa situazione di fermo per certi versi è tutto sommato abbastanza simile a quella che succede quando un atleta di alto livello si deve fermare sul più bello per infortunio e serve la forza mentale per tirarsi fuori».

Come si potrà aiutare l’atleta.«Occorre giocare sulla flessibilità mentale che potrebbe essere di grande aiuto per rivedere e ripensare a un futuro percorso di avvicinamento ai Giochi in questo momento anche un atleta di alto livello potrebbe semplicemente defocalizzare la propria attenzione e il proprio investimento mentale rispetto alla parte agonistica e fare leva su altri ruoli che potrebbe rivestire nella sua vita. Serve un intelligente bilanciamento con altre attività rispetto a una condizione non modificabile e soprattutto nonsotto il controllo gestionale dell’atleta stesso e successivamente riservare energie mentali per la parte agonistica al momento in cui si tornerà alle gare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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