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L’addio di Zafferana a padre Umberto Di Prima

Di Enza Barbagallo |

Cordoglio nel quartiere zafferanese di Spoligni per la scomparsa all’eta di 81 anni di padre Umberto Di Prima, parroco della Chiesetta Madonna del Buon consiglio che appartiene alla diocesi di Acireale e che dipende dalla Parrocchia San Mauro Abate di Monacella. I funerali sono stati celebrati da monsignor Antonino Raspanti vescovo di Acireale, alla presenza di molti parroci, tra cui quello della parrocchia di Monacella padre Santo Leonardi e il parroco  e il viceparroco di Zafferana, padre Luigi Licciardello e Don Rosario Currò. «Padre Umberto – ha detto il vescovo Raspanti durante l’omelìa – era un prete d’altri tempi amorevole nei confronti di tutti e devoto verso  di me in quanto suo vescovo e amico. Spesso lo incontravo e mi faceva vedere tutte le pillole che prendeva perché era malato. Ma  nonostante ciò mi faceva domande di teologia e sulla parola liturgica. Fino all’ultimo, benché provato ha detto messa nella chiesetta di Spoligni. Veramente un grande sacerdote, dal cuore umile, dall’animo grande. Era il buon pastore che si è speso per 40 anni a servizio del suo gregge  come parroco della Chiesa di Monacella e poi  si è dedicato con amore anche ai parrocchiani della Chiesetta di Spoligni. Si è molto impegnato per il ripristino di entrambe  danneggiate dal sisma di Santa Venerina del 2002».

Era presente il consigliere comunale Francesco Leonardi  che ha rappresentato il sindaco e l’amministrazione di Zafferana che ha inviato un cuscino di fiori come atto di omaggio a un parroco che si era speso  come un buon pastore per il suo gregge. Il consigliere Leonardi che è anche presidente del comitato dei festeggiamenti in onore di Maria SS Addolorata e di San Mauro Abate sempre nella parrocchia di Monacella lo ha ricordato con affetto. «Padre Umberto era un umile servo di Dio, un prete di campagna, buono, amorevole, vicino alle persone, ai malati, ai sofferenti. Aveva sempre una parola buona per tutti. Lo conosco sin da quando ero piccolo quando assieme a mio fratello gli facevamo da chierichetti. A volte eravamo contenti di farlo altre volte no, ma lui non ci rimproverava, sorrideva e usava sempre parole buone e gentili».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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