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Le bellezze della Sicilia invase dai rifiuti: s’invoca l’esercito anti immondizia

Di Gioacchino Schicchi |

Si perché dato che nelle città le “foto trappole” e le videocamere nascoste consentono di elevare decine e decine di verbali salatissimi, chi inquina ha deciso di spostarsi in luoghi più “appartati”. Le zone periferiche, e le piazzole di sosta di statali e strade provinciali non fanno ovviamente eccezione, e diventano quindi posti privilegiati per abbandonare sacchetti di pattume, che poi restano lì per mesi a marcire. 

Un danno ambientale, un pericolo per la viabilità, ma anche una grave tara per una provincia che vuole vivere di turismo. Perché quelle strade conducono a luoghi di grande bellezza come la Valle dei Templi, la Scala dei Turchi o rappresentano esse stesse la spina dorsale di percorsi culturali lungo i comuni dove vissero e operarono i grandi della letteratura. Ma non è diverso sulle strade che conducono all’Etna, patromonio mondiale dell’Umanità, o a quelle che portano alle spiagge del Sud-Est.

Risorse preziose che, fortunatamente, sono ben lontane e ben separate dalla morsa del degrado ma a cui si arriva attraverso un girone dantesco di sacchi, sacchetti e rifiuti di ogni tipo.

Per questo, partendo dalle condizioni della statale 640 o “Strada degli Scrittori”, nei giorni scorsi si è tenuto un vertice alla Srr di Agrigento, alla presenza di tutti i comuni dell’ambito territoriale ottimale, del Libero consorzio, della Polizia provinciale e di Anas. Un tavolo che nasce appunto dalla necessità di affrontare la situazione allarmante che si registra soprattutto fuori dalle città e rispetto alla quale le questioni burocratiche ed economiche non sono argomento secondario. Sì perché ogni soggetto in ballo, pur manifestando la massima volontà di risolvere le questioni, non ha potuto che evidenziare le difficoltà organizzative rispetto ad un fenomeno di tali proporzioni.

Quindi, ad esempio, se i comuni da un lato non hanno soldi, risorse umane e competenze per pattugliare tutto il territorio e bonificare le strade statali, Anas dal suo punto di vista ha più volte ribadito di non potersi occupare della rimozione dei rifiuti senza il coinvolgimento dei comuni, ai quali è però pronta a fornire mezzi per effettuare gli interventi.

Il campo di “battaglia”, però, è vastissimo. Basta citare il caso della statale 640, letteralmente invasa dai rifiuti per decine di chilometri, da Canicattì fino a Porto Empedocle. Situazioni similari però si rintracciano anche su diverse strade provinciali e altre strade statali come, ad esempio, la 189 Agrigento-Palermo.

Su questi territori la spazzatura abbandonata è nell’ordine delle diverse tonnellate: un problema igienico sanitario ma anche pratico per i Municipi. La raccolta e lo smaltimento, infatti, andrebbero a modificare significativamente le percentuali di differenziata comunicate alla Regione.

Rifiuti lunga la strada degli scrittori

La vastità del territorio, poi, comporta il fatto che né la Polizia provinciale né i singoli corpi di polizia municipale possano garantire controlli efficaci. L’idea quindi è quella di chiedere l’intervento delle altre forze dell’ordine perché si possa mettere in campo un vero e proprio presidio costante del territorio attraverso la presenza fisica o il posizionamento di strumenti di registrazione che possano agevolare l’individuazione di chi inquina.

Tutto dovrà passare, adesso, dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica coordinato dal prefetto di Agrigento Dario Caputo, che potrà, se vorrà, dare inizio alla “guerra”.

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