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Gela, ritrovato capitello ionico durante gli scavi dell’Enel

Di Maria Concetta Goldini |

GELA (CALTANISSETTA) –  Il giorno prima erano stati portati alla luce i sette conci in pietra arenaria con modanatura in alto che hanno fatto ipotizzare ad un edificio monumentare, l’indomani è affiorato un capitello ionico di grandi dimensioni: è eccezionale la scoperta effettuata in un’area tra via Paci e via Sabello durante la posa di cavi elettrici dell’Enel nel quartiere.

Il capitello è uno straordinario esemplare in stile ionico delle dimensioni di 60 centimetri di lunghezza per 51 di profondità e 34 di altezza, decorato sul versante frontale dalla caratteristica coppia di volute contrapposte, legate tra loro da un cordoncino ricurvo a rilievo. Due cordoncini alla base del capitello segnano il raccordo con la sottostante colonna verosimilmente caratterizzata da scanalature verticali che è attualmente in fase di estrazione dal suolo. Si ipotizza che il capitello e i 7 conci di pietra arenaria facciano parte di uno stesso edificio: i conci costituivano verosimilmente parte della trabeazione, mentre il capitello avrà costituito una decorazione anteriore dell’edificio con collocazione storica tra la fine del VI e il V secolo a .C. Per il decoro e l’accuratezza degli elementi architettonici impiegati potrebbe trattarsi di un edificio pubblico. A Gela quel capitello è un esemplare unico: ve ne sono altri due al museo provenienti dall’Acropoli ma convolute più piccole e la decorazione ad ovuli sotto le volute. Il ritrovamento è stato rilevato grazie alla presenza di un archeologo, la dott. Marina Congiu, che il Codice degli appalti impone quando si effettuano opere di interesse pubblico. «Ancora una volta gli scavi in ambito urbano a Gela restituiscono frammenti di storia di uno dei più importanti insediamenti greci del Mediterraneo – dice l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà -. È proprio il caso di dire che in Sicilia ogni pietra racconta una terra generosa e ricca di testimonianze antiche. Dovremmo apprezzare ancora di più la nostra storia e testimoniarne con orgoglio l’appartenenza».

«Sono molto grato – aggiunge – alla Soprintendenza per lo scrupoloso lavoro di vigilanza e invito i siciliani, e non solo loro, a visitare maggiormente i musei e i parchi archeologici che sono miniere di testimonianze, anche approfittando delle prime domeniche del mese in cui i luoghi della cultura della Sicilia resteranno aperti al pubblico gratuitamente per favorire la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio dei beni culturali regionale». Per la soprintendente di Caltanissetta Daniela Vullo «il ritrovamento è eccezionale sia per l’integrità dei manufatti lapidei che per la presenza dell’ordine ionico nel capitello vista la rarità degli esemplari documentati in ambito gelese e cioè gli unici due rinvenuti negli anni ’50 all’interno di una cisterna nell’area dell’Acropoli oggi custoditi presso il locale Museo Archeologico regionale». Intanto sempre ieri in via Stesicoro, in un cantiere di Open fiber, all’interno di uno strato archeologico di crollo, l’archeologo Gianluca Calà, ha rinvenuto unorlo di pithos con lettere greche incise. Un frammento che merita attenzione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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