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Catania: città invasa dai rifiuti, ma scatta l’aumento della Tari

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – Notte di sciopero per i lavoratori Dusty quella a cavallo tra il martedì sera e ieri mattina. Solo quando la città si è risvegliata tra cumuli di immondizia, la protesta è rientrata, ma l’ennesimo episodio testimonia che nel delicato sistema della raccolta il rischio di nuovi scioperi è purtroppo dietro l’angolo a causa delle difficoltà finanziarie del Comune. A motivare la protesta spontanea proprio il ritardato saldo dello stipendio di dicembre, previsto in pagamento lo scorso martedì. Lo sciopero, però non era stato autorizzato e per questo la Dusty, in un comunicato stampa, si è scusata con i cittadini. L’azienda, ha aggiunto che «il servizio è ripreso a pieno regime e in tempi brevi, si cercherà di smaltire i rifiuti che si sono accumulati».

Un nuovo disservizio quindi proprio all’indomani dell’esame da parte della giunta Pogliese della delibera che prevede l’aumento della Tari per l’anno in corso, sembra per una percentuale che si aggirerebbe sul 10%. Il provvedimento si rende necessario perché il costo del servizio deve essere coperto per intero dal pagamento dei cittadini, secondo la normativa vigente.

L’aumento si traduce in un fallimento per svariati motivi. In primo luogo per le amministrazioni che nel corso di tutti questi anni non sono riuscite a far decollare un servizio efficiente, soprattutto per quanto riguarda la raccolta differenziata. Sono anni che se ne parla, ma di assegnare la mega gara settennale ancora neanche l’ombra. Negli anni passati per più volte la passata amministrazione, guidata dall’ex sindaco Enzo Bianco, aveva presentato il bando di gara andato deserto perché considerato dalle ditte non favorevole. Adesso l’amministrazione Pogliese ha deciso di riproporlo, ma in due “tronconi”, secondo i consigli arrivati dall’Anac. Buoni propositi, ma sembra che per il bando ci voglia ancora tempo.

Intanto il servizio va avanti di proroga in proroga, con appalti-ponte che costano ai cittadini molto denaro, tra l’altro per un servizio inefficiente e non adeguato (vedasi lo spazzamento in aree limitrofe al centro).

L’ennesimo aumento della Tari in una città che non sa fare di necessità virtù colpisce tutti quei cittadini che diligentemente pagano la tassa (solo il 50% perché l’altra metà è evasore) che dovranno sobbarcarsi l’aumento di una imposta  già di per sè tra le più «salate» dell’intera penisola. Ma il nodo vero resta la differenziata. In pochi la fanno – vista la percentuale raggiunta – anche perché il servizio lascia a desiderare e spesso nei cassonetti della carta, del vetro e della plastica ci trovi di tutto. Eppure la differenziata permetterebbe di ridurre i costi di discarica.

Intanto sul fronte della differenziata, Catania Bene comune è tornata ad attaccare l’assessore Fabio Cantarella: «La differenziata è ferma all’8,03% a dicembre. Lontani persino dai risultati raggiunti a febbraio e marzo 2018 quando si era arrivati al 9,4%. E lontanissimi dagli obiettivi del 30% entro il 2018 evocati dall’amministrazione Pogliese». Quanto alle dichiarazioni dell’assessore Cantarella sul raggiungimento a dicembre del 10,19% Cbc conclude: «Si tratta di una dichiarazione falsa».

L’amministrazione Pogliese, comunque vuole correre ai ripari. Oltre la gara settennale il sindaco ha dato mandato al suo vicesindaco e assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi, di avviare una rigorosa rivisitazione dei ruoli, con un controllo meticoloso – attraverso incrocio di dati – di tutti i cittadini per scoprire chi non è stato censito. Secondo il ragionamento dell’amministrazione la mole di rifiuti prodotta dalla città è troppo alta per essere addebitata soltanto ai cittadini censiti. Il sospetto ormai fondato è che una parte di questi rifiuti provenga dai paesi limitrofi, ma una altrettanta parte sia frutto di quei cittadini non censiti dal Comune. Il censimento dovrebbe permettere di aumentare il numero di contribuenti, di fatto diminuendo il costo della tassa per tutti quelli che adesso pagano regolarmente. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA