Cronaca
L’ex generale Garofano al processo: «Valentina è stata uccisa»
La deposizione dell’ex comandante dei carabinieri del Ris, l’ex generale Luciano Garofano, ha caratterizzato l’udienza del processo a Nicola Mancuso, 32 anni, per l’omicidio di Valentina Salamone, la 19enne trovata morta il 24 luglio del 2010 in una villetta di Adrano.
Davanti alla Corte d’Assise il perito di parte civile ha confermato l’accuratezza dei rilievi e degli esami compiuti dal Ris e ha sottolineato che «il sangue trovato sotto sotto la scarpa di Valentina è di Mancuso» e che «la giovane non si è impiccata». Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 22 maggio con la deposizione del perito nominato dal collegio di difesa. Nel procedimento sono presenti come parti civili i genitori e i fratelli della vittima, assistiti dall’avvocato Dario Pastore, e le associazioni Thamaia e Telefono rosa.
Per la prima volta l’imputato ha seguito il processo non in aula, ma in videoconferenza, come disposto dalla Corte d’assise. Mancuso, che era detenuto per una condanna a 14 anni per traffico di droga, è tra i destinatari di un ordine di carcerazione, che gli è stato notificato in carcere, nell’ambito dell’operazione antidroga, della squadra mobile della Questura, denominata Adranos eseguita il 30 gennaio scorso.
Per la morte di Valentina Salamone in un primo momento era stato chiesta l’archiviazione, ritenendolo un suicidio, ma la Procura generale di Catania ha avocato a sé l’inchiesta e dopo perizie dei carabinieri del Ris, che hanno ritenuto di avere trovato tracce di sangue dell’uomo sotto le scarpe della giovane, ha chiesto il processo per l’imputato, che è stato rinviato a giudizio il 19 ottobre del 2016 dal Gup Marina Rizza.
Mancuso, che è sposato ed aveva avuto una relazione con la vittima, si è sempre proclamato innocente. L’uomo fu arrestato il 4 marzo del 2013 e scarcerato il 28 ottobre successivo dal Tribunale del riesame. Attualmente è detenuto per la condanna definitiva per traffico di droga nell’ambito di indagini della squadra mobile di Catania e per l’ordinanza cautelare dell’operazione Adranos. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA