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Vittoria, Borrometi minacciato da amici dell’assassino dei cuginetti

Di Redazione |

RAGUSA – «Ci vogliono muti, ma questo è il momento di urlare. Lo dobbiamo fare per noi, per i nostri figli, per i più piccoli come Alessio e Simone. A Vittoria continua ad accadere di tutto e lo Stato purtroppo arranca. Uno degli indagati per omissione di soccorso e favoreggiamento dell’omicida di Alessio è Angelo Ventura, il figlio del boss Titta Ventura. E Angelo Ventura candidamente su Facebook scrive che è “addolorato”». Lo scrive sul suo profilo Facebook il giornalista siciliano sotto scorta Paolo Borrometi in merito alla morte dei piccoli cugini, Alessio e Simone D’Antonio, falciato a Vittoria, nel ragusano, dal suv guidato da Rosario Greco, al volante sotto effetto di alcol e cocaina. Il post del giornalista è stato pubblicato ieri, prima dunque della morte, stamani, dell’altro bimbo.

«Sì, avete capito bene – ha aggiunto Borrometi nel suo post- era a bordo della macchina che ha ucciso il povero Alessio e ridotto in fin di vita Simone, è scappato senza soccorrere i bimbi. Ed è “addolorato”. Incredibile».

«Ma purtroppo – ha evidenziato ancora il giornalista- non è finita qui. Un “amico” di Angelo Ventura, un pluripregiudicato, scrive pubblicamente qui su Facebook che “Borrometi è lo schifo della terra” e che mi dovrei “vergognare” perché ho denunciato i nomi e cognomi di chi è scappato».

«Non contento – si legge ancora di Borrometi – mi dice, sempre pubblicamente, che sono un “essere spregevole”. Io faccio il giornalista e che, piaccia o no, ho l’obbligo di fare nomi e cognomi. Anche se sono i figli dei boss! Ed intanto domani i funerali del piccolo Alessio saranno fatti dall’agenzia funebre di Cutello, lo stesso che con Angelo Ventura ed il padre capomafia è a processo. Per mafia».

«Mi spiace dirlo ma quanto sta accadendo è la testimonianza che lo Stato arranca. Le Forze dell’Ordine – ha proseguito nel post- non riescono a controllare il territorio (non per colpa propria ma per mancanza di personale) e si rischia di consegnare le città in mano a delinquenti e mafiosi. In posti come Vittoria ci vuole forte la presenza dello Stato, con uomini, con mezzi (se necessario anche con l’esercito) e con la cultura. Se così non sarà è tutto finito».

A Borrometi, per le minacce ricevute è arrivata solidarietà da più parti. Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, hanno detto che «mandanti ed esecutori vanno messi da subito in condizione di non nuocere e di non inquinare la civile convivenza a Vittoria. Spetta,infine, ai media il compito di Illuminare a giorno i covi da dove sono partite le minacce e riprendere le inchieste di chi, a cominciare da Borrometi, non intende piegare la testa di fronte ai mafiosi e alle loro minacce». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA