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Migranti: ex sindaco Cona, ‘dal 2015 indicato vulnus nel centro e condizioni inumane’

Di Redazione |

Venezia, 9 ott. (AdnKronos) – “Sono piani diversi, bisogna distinguere il problema giudiziario dalle responsabilità politiche, sia di governo che di opposizione, sulla vicenda del centro di accoglienza di Cona. Certo è, che fin dal 2015 avevo indicato che c’erano dei vulnus nella vicenda, con la cooperativa che gestiva il centro che stava lavorando senza la firma di una vera e propria convenzione e questo poteva portare a una non trasparenza nei costi”. Così all’Adnkronos l’ex sindaco di Cona, Alberto Panfilio, primo cittadino della cittadina in provincia di Venezia durante tutta la vicenda del Cas, commenta la notizia della richiesta di portare in giudizio per presunte irregolarità 12 indagati, tra cui due ex prefetti. Centro poi chiuso definitivamente nel dicembre 2018.

“Le mie valutazioni riguardavano la civiltà nell’accoglienza dei richiedenti asilo, e le loro condizioni che non erano degne di esseri umani, costretti in capannoni in un numero ben maggiore di quello previsto – spiega- ma il problema era della politica dell’accoglienza da parte del nostro Paese: era del tutto evidente vedendo quello che succedeva a Cona che la politica non aveva preso in carico questo problema, e aveva abbandonato le prefetture, che da sole non erano in grado di gestire queste situazioni”. “Perchè la non soluzione dei problemi porta voti – spiega Panfilio – viceversa, risolverli li fa perdere. La mia rabbia veniva proprio da questa ‘non politica’, e dall’incapacità del governo di gestire tutta la vicenda dell’accoglienza nel nostro Paese”.

Ma tornando alla vicenda giudiziaria, l’ex primo cittadino di Cona ricorda che in una intercettazione telefonica tra il prefetto di allora ed il factotum della Cooperativa si diceva che bisognava far di tutto per non farmi entrare nel centro e che anche ‘se mi fossi rivolto all’Onu’ non sarei riuscito ad entrare…”, conclude.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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