Covid-19
Scuola, la maturità in tempo di covid il ministro Bianchi: «Ecco come sarà»
«Non voglio sentir parlare di tesina! I maturandi sono ragazzi e ragazze alla fine del loro percorso scolastico di cinque anni: dovranno preparare un elaborato ampio, personalizzato, sulle materie di indirizzo concordandolo con il consiglio di classe. Lo discuteranno con la commissione, composta dai loro insegnanti. Da qui comincerà l’orale che si svilupperà poi anche sulle altre discipline. Consentiremo loro di esprimere quanto hanno maturato e compreso nel corso degli anni anche con una visione critica».
Così si svolgerà l’esame di maturità 2021, secondo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che ne parla al Corriere della Sera. Non prevede le tradizionali prove scritte ma soltanto l’orale e si comincia a metà giugno. «L’ammissione – continua – sarà disposta in sede di scrutinio finale, dal consiglio di classe».
Purtroppo, spiega poi il ministro nell’intervista riguardo agli studenti che si sono persi nei mesi dell’emergenza e sulla Dad, «la pandemia ha esasperato problemi di diseguaglianza che erano già gravi. Ha mostrato come nel nostro Paese ci siano situazioni molto differenti. E io voglio ripartire dal Sud che è la zona più in difficoltà perché per rilanciare il sistema si comincia da chi ha più problemi, da chi è più debole: non dimentichiamo che in certe zone della Calabria e della Campania uno studente su tre si perde per strada, che in Sicilia solo il 5 per cento dei bambini va al nido».
Sul completo ritorno in aula degli studenti, Bianchi sottolinea: «Dobbiamo essere molto cauti perché la sfida del virus è ancora alta. La prima cosa da fare è vaccinare tutti gli insegnanti e il personale, anche i più grandi di età. Solo se loro saranno in sicurezza le scuole saranno sicure anche per i ragazzi e le famiglie».
E sull’eventuale prolungamento del calendario dell’anno scolastico il ministro spiega: «Mi voglio confrontare con le Regioni. La legge prevede almeno 200 giorni di lezione, ma non è un problema di un giorno in più o in meno a scuola. Dobbiamo decidere rispettando i diritti e la vita delle persone, valutando situazioni diverse, tra primarie e scuole superiori per esempio: quello che si è perso è soprattutto la socialità, lo stare insieme non la singola disciplina. La scuola non è solo insegnamento, apprendimento ma anche vita comune».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA