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Lampedusa, non ci sono le ambulanze per trasportare i migranti positivi al Covid-19

Di Elio Desiderio |

Torna a parlare il direttore del centro di accoglienza hot spot dell’isola, Gian Lorenzo Marinese dando delle spiegazioni per come si sono svolte le operazioni di trasferimento di ieri, dal centro di accoglienza all’aeroporto dei due migranti positivi asintomatici al covid.

“Credo sia giusto spiegare che, la situazione che stiamo vivendo in questo periodo non è sicuramente normale ma questo, è dovuto a diversi fattori; – ha spiegato Gian Lorenzo Marinese – oggi, è come essere in guerra, i numeri delle persone che arrivano sono impietosi e addirittura superano di molto quelli del 2011. Sull’isola ci sono due ambulanze ma una è in riparazione per problemi meccanici e giustamente, non si poteva lasciare l’isola sprovvista dell’unica ambulanza efficiente. Così, con spirito di assoluta collaborazione, ieri ci siamo trovati davanti a una scelta sostanziale: o correvamo il rischio di lasciare per chissà quanto tempo i positivi sull’isola con tutti i rischi del caso o avremmo dovuto trovare una soluzione veloce per fare arrivare senza grossi rischi in aeroporto i migranti positivi al covid. Gli aerei messi a disposizione dalla guardia di finanza e dal ministero della difesa che hanno trasportato tutti i positivi asintomatici da Lampedusa non avrebbero potuto aspettare ed è stato per questo, che abbiamo pensato in comune accordo di trasferirli con un mezzo che potesse limitare al massimo i rischi. Ora – ha continuato Marinese – la situazione all’interno del centro di accoglienza è sempre molto delicata per l’elevato numero di ospiti che ci sono ma almeno, abbiamo scongiurato la possibilità di possibili focolai trasferendo subito e in meno di 24 ore, coloro i quali erano risultati positivi. Tutto l’apparato che sta gestendo i flussi di migranti che stanno arrivando, sta funzionando bene, l’asp, la prefettura di Agrigento e gli uomini delle forze dell’ordine, stanno riuscendo a fare miracoli e pur di garantire la sicurezza pubblica ma anche quella sanitaria, non stanno badando a mezzi o soluzioni pur di raggiungere l’obiettivo. La storia ci dirà quello che stiamo facendo davanti a una emergenza così violenta e pericolosa a causa anche della presenza del coronavirus che prima non esisteva. Oggi abbiamo un problema nel problema ma siamo pronti ad ogni evenienza e con ogni mezzo”.

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