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Ospedali sotto pressione, l’infettivologo: «Servono subito le linee guida per le cure domiciliari»

Di Redazione |

Dottore Carmelo Iacobello il presidente del Consiglio superiore di sanità con alcuni membri del Cts ha presentato la bozza delle linee guida da inviare ai medici di famiglia per curare i positivi in casa. Si prevede a secondo dei sintomi l’uso di paracetamolo per sintomi febbrili, antinfiammatori se il quadro comincia a peggiorare e cortisonici solo in emergenza ed eparina per le persone che hanno difficoltà a muoversi…

«Sono procedure idonee e il divieto a utilizzare indiscriminatamente il cortisone è un vantaggio perché questo farmaco potrebbe deprimere il sistema immunitario a favore infettivo e diventare pro virale».

In un certo senso le linee ricalcano quello che lei va dicendo da tempo…

«Nei fatti è quello che dico io. Io piuttosto che il paracetamolo utilizzerei degli antinfiammatori perché il paracetamolo manca di una componente antinfiammatoria. Ma questo è un argomento che esamineremo nel nostro comitato dell’Agenas. Aggiungerei anche il supporto in casa dell’ossigeno».

Ma allora chi dovrebbe seguire queste persone in casa, visto e considerato che ieri – ad esempio – abbiamo riportato il caso doloroso di un ottantenne abbandonato in casa per 15 giorni senza una visita e poi deceduto in ospedale?

«Ma dovrebbe essere la medicina territoriale e i medici di famiglia. Innanzittutto bisogna indicare a questi colleghi come e quando utilizzare il cortisone. Per il resto i medici di famiglia devono essere messi nelle condizioni innanzitutto di essere protetti e devono avere dispositivi di sicurezza efficaci. Poi devono avere un supporto per effettuare la vestizione e la svestizione. Insomma sappiamo bene che la medicina territoriale per troppi anni è stata abbandonata al suo destino ed oggi paghiamo la mancanza di una medicina adeguata».

Il rischio è però che molte persone restino senza il necessario supporto.

«Tanto vale dare delle indicazioni anche per telefono. E le linee guida sono uno strumento per permettere ai medici di non avere in questa pandemia il libero arbitrio nella scelta della cura. In medicina non esiste più il libero arbitrio. Bisogna seguire le linee guida che ci auguriamo arrivino presto».

Come va nel suo reparto?

«Non bene. Anche perché i morti ci sono e ogni volta è per noi una sconfitta. Come ho detto più volte, durante la prima ondata  avevamo più farmaci come il Tocilizumap e l’idrossiclorina che non capiamo bene perché sono stati vietati per volere dell’Aifa…».

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