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Crisi da coronavirus, in Sicilia nuovi clienti al monte di pietà: in fila pure per 100 euro

Di Michele Guccione |

Palermo – Mai, in 130 anni dalla sua istituzione, l’avvicinarsi della Festa dei lavoratori era stata vissuta con ansia, disperazione, terrore. Sono i sentimenti che purtroppo stanno attanagliando in questi giorni di “lockdown” la maggior parte di imprenditori e lavoratori non per la ricorrenza in sé, ma perchè l’1 maggio coincide con la fine del mese di aprile. Che quest’anno rappresenta per i più non una festa, ma l’appuntamento senza un centesimo in tasca con le scadenze di pagamento, dall’affitto alle bollette, dagli assegni post-datati staccati ai fornitori al rifornimento della dispensa.

Così in questi giorni anche in Sicilia, mentre si attende ancora di ottenere risposte dalle banche per i prestiti, o di ricevere bonus, cassa integrazione, sussidi vari e buoni spesa dei Comuni, aguzzando l’ingegno la “voce di popolo” ha sparso la notizia, veritiera, che al monte dei pegni danno soldi subito, senza chiedere chi sei o che merito creditizio hai, ad un tasso buono. Ed ecco che subito si sono formate le file ai “monti di pietà”, istituzione caritatevole nata nel Medioevo per difendere il popolo (la “plebe”, poi il “quarto stato” di fine Ottocento) dalla morsa degli usurai. Oggi la proprietà delle filiali italiane del credito su pegno che prima erano di UniCredit e del Creval (una quindicina in Sicilia) è passata sotto l’insegna Affide agli austriaci della settecentesca e imperiale casa d’aste viennese Dorotheum, nota anche per le sue iniziative di beneficenza alle famiglie più povere.

Il condirettore generale, Rainer Steger, conferma questo trend: «Dal 10 marzo – dice Steger – , a causa del “lockdown” le attività agli sportelli erano via via andate diminuendo fino a fermarsi quasi del tutto, anche perchè la clientela aveva difficoltà a uscire da casa. Invece da una settimana c’è stato un ritorno alla normalità. Anzi, devo dire che in due particolari realtà dove si vive un estremo disagio economico e sociale, come Roma e la Sicilia, stiamo registrando un forte arrivo di nuova clientela». «Questo – spiega il condirettore generale di Affide – per quello che ci riferiscono questi nuovi clienti è dovuto al fatto che sono stati attratti dalla voce che si è sparsa sul fatto che diamo un prestito in venti minuti, giusto il tempo di valutare il bene lasciato in pegno. E la cosa che stiamo notando – aggiunge – è che spesso si tratta di richieste per 100-150 euro. Ci dicono che sono soldi che servono per pagare le spese di fine mese in attesa che arrivi finalmente il bonus o il sussidio che stanno attendendo».

La novità che tranquillizza le coscienze rispetto a questo incremento «è che gli stessi nuovi clienti – riferisce Rainer Steger – si dicono sicuri di potere riscattare il pegno entro tre o massimo sei mesi proprio perchè confidano di incassare al più presto le spettanze dovute». «Noi per legge – precisa Steger – siamo tenuti a erogare credito su pegno solo a persone fisiche, quindi si tratta soprattutto di lavoratori cassintegrati o di liberi professionisti in momentanea difficoltà, ma non posso escludere che fra loro vi possano essere anche artigiani e piccoli imprenditori che ancora non hanno ottenuto il prestito da 25mila euro garantito dallo Stato e ricorrono al credito su pegno per tamponare certi pagamenti».

La pandemia, comunque, ha creato un fenomeno nuovo anche per un gruppo internazionale e di plurisecolare esperienza come Dorotheum: «È una situazione nuova anche per noi e per questo – annuncia Rainer Steger – stiamo valutando la creazione di nuovi strumenti per potere dare risposte ancora più efficaci a queste specifiche esigenze, che meritano di essere gestite e tutelate con una particolare attenzione, che non è solo finanziaria, ma anche umana e di dignità personale». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA