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Agrigento, l’economia a pezzi

Di Gaetano Ravanà |

Oggi il mercatino rionale di Agrigento, quello in via La Malfa, si è svolto regolarmente, ma gli affari per i mercatisti sono stati pochi, molto pochi. Non la solita ressa del venerdì. La gente sembra essersi volatizzata, le strade quasi deserte, se qualche movimento si registra al mattino, dal pomeriggio alla sera, assale una profonda tristezza. Il commercio è sull’orlo di una crisi di nervi. I commercianti disperati. Le perdite, in alcuni casi, ammontano ad oltre il sessanta per cento. Pochi incassi. La paura del Coronavirus sta facendo andare a rotoli decine e decine di esercizi commerciali. Sembra che la gente non mangi neppure. E’ inspiegabile, altrimenti, questa crisi di vendite.

Panetterie, bar, pasticcerie, per non parlare dei negozi di abbigliamento, calzaturificio e altro.

“Non si capisce dove la gente sia andata a finire – ci dice un commerciante di vari articoli – Posso dire che da almeno cinque sei giorni la situazione è diventata critica. Un calo vistoso anche nelle ricariche telefoniche. Da oltre vent’anni che ho questa attività, mai era successa una cosa del genere”.

Certo, con le scuole chiuse, era evidente, che si sarebbe registrato un calo, ma non fino a questo punto.

“La paura del Coronavirus – ci dice un altro commerciante – ha fatto finire anche la fame. Il pane invenduto supera di gran lunga la percentuale che fino a qualche giorno fa rimaneva. Non sappiamo come fare per pagare le tasse, i dipendenti. Il Governo deve muoversi in fretta, sentiamo parlare di aiuti agli impiegati, di noi, tranne l’opposizione, non ne parla nessuno. Andrà a finire ad una sorta di guerra tra poveri”.

“Alle 14 ho sempre avuto la pasticceria panineria piena di gente – ci dice un altro commerciante disperato – Da qualche giorno mi chiedo cosa mangiano le persone, mi riferisco agli impiegati. Siamo ridotti alla presenza di una decina di loro, il numero dei caffè è diminuito dell’oltre il settanta per cento. E’ una catastrofe ed ancora non c’è stato nessun caso di Coronavirus in città”.

Eppure, proprio ieri, il presidente di Confcommercio Agrigento, Francesco Picarella, aveva lanciato il messaggio di comprare nel negozio sotto casa, di creare economia, acquistando i prodotti di casa nostra.

Pizzerie, ristoranti e altri operatori del settore alimentare, sono anche disposti a rispettare alla lettera le disposizioni del Governo, ma questo allarmismo è ritenuto esagerato, come se bisognerebbe ripararsi dalle bombe. Il nemico è difficile da battere e da vedere, ma il commercio non può morire.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA