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Ruggero Razza: «Addio tripolarismo, il Sud non è più grillino: i loro elettori possono guardare a destra»

Di Mario Barresi |

Anche lei, assessore Ruggero Razza, s’iscrive al coro di chi nel centrodestra canta comunque vittoria?

«Queste Regionali dimostrano il teorema scritto in Sicilia nel 2017: il centrodestra compatto vince sempre. E non credo che l’Emilia-Romagna, l’unica scontata eccezione, possa assurgere a simbolo nazionale della rinascita del Pd in salsa di Sardine. Rifletterei, semmai, sul contesto “gemello” del nostro: il voto in Calabria dice che il Sud non è una prateria del M5S, ma, come da noi, vuole un centrodestra unito, variegato e legato ai territori».

C’è chi sostiene che ora sarà più facile realizzare il suo sogno: DiventeràBellissima federata alla Lega.

«A febbraio il movimento discuterà in un’assemblea di temi politici e proposte. Bisogna creare un rapporto con il centrodestra nazionale, e con chi lo guida. In un percorso basato sui programmi e non sulle poltrone. Io ho le mie idee, ma l’assemblea è sovrana».

Parlava di praterie M5S. Crede davvero che il movimento si sia liquefatto?

«Col voto va in soffitta lo schema tripolare. Ed è ragionevole pensare che l’elettorato trasversale del M5S possa essere attratto, oltre che dalla sinistra, da un’area conservatrice, liberale e riformista legata ai territori».

Intanto vi portate avanti col lavoro. Si parla di un gruppo di responsabili pronto a staccarsi dai grillini. Come guarda ai venti di scissione all’Ars?

«Con profondo rispetto. Ma ho almeno tre motivi per non interessarmene. Il primo è per gli impegni di governo. Poi per l’inopportunità: io faccio l’assessore, non il segretario politico. Il terzo lo lascio alla sua sensibilità…».

Soltanto un’opinione. I collaborazionisti del M5S dicono: quando Cancelleri proponeva a Musumeci due penne e un foglio nessuno fiatava, ora ci massacrano. Hanno ragione?

«Dico solo che se le parole di Cancelleri erano oro, le stesse, oggi, non possono diventare di ben altra più volgare materia organica».

Con che clima si affronterà l’imminente rimpasto alla Regione?

«È un tema che spetta soltanto al presidente Musumeci e mi fa specie che, fra gli addetti ai lavori, faccia più rumore del successo nella spesa dei fondi Ue. Per il resto, nella coalizione c’è una ritrovata compattezza. Con l’auspicio di un allargamento…».

Nuovi acquisti in vista?

«Mi faccia finire. Non parlo di allargamento dell’area di governo, ma della consapevolezza su temi concreti. C’è già stata condivisione, all’Ars, su almeno tre riforme. E nessuno ha gridato allo scandalo. Talvolta, per far male ai rivali politici, si fa del male ai siciliani. Questa è la consapevolezza, sempre più diffusa, a cui mi riferisco».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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