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Coronavirus, paura in Africa e caccia all'”untore” bianco

Di Rodolfo Calò |

IL CAIRO Partito dalla Cina e scatenatosi in Europa, il coronavirus sta suscitando in Africa una paura sfociata in sassate, atteggiamenti minacciosi, insulti e fake news contro «l’untore bianco», in una sorta di contrappasso della propaganda sui migranti che «portano le malattie».

Dall’Etiopia stanno giungendo messaggi di solidarietà dopo alcuni episodi minori che comunque non hanno coinvolto gli italiani. Giovedì il premier Abiy Ahmed ha lanciato un appello mondiale alla tolleranza ricordando che «il virus non è legato a un Paese o a una nazionalità». «Non lasciamoci rubare la nostra umanità», ha esortato il premio Nobel per la pace 2019.

«Una crescita di sentimenti anti-stranieri» era stata segnalata agli americani lo stesso giorno da un avviso dell’ambasciata statunitense ad Addis Abeba su «molestie verbali e online, sassate e manate su veicoli occupati da espatriati».

Sui media locali della Repubblica democratica del Congo c’è stato sia un caso di fake news ai danni di suore italiane accusate di nascondere consorelle contagiate venute dall’Italia, sia di «panico» per il pernottamento di un sacerdote italiano in un piccolo centro.

Un’informazione velenosamente falsa ha riguardato anche l’ambasciatore d’Italia in Burkina Faso, Andrea Romussi, ammalatosi di Covid-19 nel Paese dell’Africa occidentale ma indicato velatamene come importatore del virus dalla ministra della Salute, Claudine Lougué: in tv la ministra aveva inserito fra i malati anche «un ambasciatore tornato dalle vacanze» sebbene il diplomatico piemontese fosse stato l’ultima volta in Italia solo a novembre e il virus abbia colpito almeno quattro ministri burkinabé.

Attacchi verbali a stranieri per il coronavirus sono stati segnalati in Camerun, Ghana e Tanzania (almeno ad Arusha e Zanzibar) spingendo l’ambasciata d’Italia a Dar Es Salaam a consigliare agli italiani «di limitare i movimenti fuori casa, e muoversi insieme ad altre persone, soprattutto fuori dei percorsi abituali».

Mentre nello Zimbabwe un clima xenofobo contro Ue e Usa è stato alimentato anche dal ministro della Difesa, Oppah Muchinguri, che ha definito il coronavirus «un’opera di Dio per punire Paesi che hanno imposto sanzioni contro di noi». «A noi non sono stati segnalati formalmente episodi di aggressione contro italiani» ma «stiamo cercando di seguire eventuali comportamenti di intolleranza nei confronti di nostri cittadini o cittadini europei», ha assicurato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Quello che possiamo consigliare è, nel caso il clima peggiori a tal punto da non vedere più garantita la propria incolumità, di prendere voli che fanno scalo a Johannesburg o da Addis Abeba per rientrare in Italia. Non saranno però attivi per sempre, avranno una limitazione a un certo punto. Chi non si sente al sicuro – è stato l’invito del titolare della Farnesina – triangoli su Johannesburg o Addis Abeba e rientri».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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