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Le mascherine? Un’«arma» per la fase 2: ma in Sicilia sono introvabili

Di Redazione |

Camion carichi di milioni di mascherine nelle varie regioni, per far fronte a nuove richieste che in queste ore cominciano ad arrivare un po’ ovunque, non solo dalla Lombardia e dalla Toscana che le hanno rese obbligatorie per usicre. Ma la domanda non è più legata soltanto all’obbligo dell’uso dei dispositivi per questo primo periodo di emergenza: vari Comuni e Regioni pensano alle mascherine come nuova “arma” utile alla popolazione per affrontare la “fase 2”.  Ma l’Oms, nelle linee guida per i Paesi sull’uso delle mascherine, frena: «Devono essere usate nell’ambito di altre misure, da sole non fermano la pandemia» e «l’uso di massa di questi dispositivi da parte delle persone può aggravarne la carenza».

Linee guida che la Regione siciliana è pronta a seguire disponendo l’uso obbligatorio del dispositivo solo in determinati luoghi, mentre altre Regioni sembrano andare in senso opposto imponendo l’uso delle mascherine quando si esce di casa con multe salate per chi non rispetta il vincolo.

Ma in Lombardia, la prima a dare questo tipo di disposizione, saranno disponibili gratuitamente nelle farmacie dalla metà di questa settimana, mentre in Sicilia sono praticamente introvabili nelle farmacie e anche quando si trovano ci sono forti speculazioni sui prezzi.

Secondo un’indagine condotta da Altroconsumo, nel 43% delle farmacie contattate in otto città italiane, le mascherine non sono disponibili. La ricerca è stata effettuata su 122 farmacie e parafarmacie contattate ai primi di aprile a Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo e Roma. «L’indagine – spiega Altroconsumo – ha confermato però l’esperienza di molti di noi e cioè che la fornitura di questi prodotti è ancora ben lontana dall’essere capillare e la situazione sul territorio non è omogenea. Ci sono città come Padova nelle quali le abbiamo trovate sempre e città come Roma e Palermo nelle quali sono risultate difficili da reperire. A Milano, capoluogo della Lombardia, Regione in cui dal 5 aprile è vietato uscire senza, quasi una farmacia su due ne è priva. Dato comune al resto d’Italia, dove nel 43% dei punti vendita non ci sono mascherine». Ma in Sicilia la percentuale è molto più alta: 70% con punte ancora più alte.

Per quanto riguarda i tipi di mascherine disponibili, si tratta quasi sempre di dispositivi chirurgici o similchirurgici (cioè di mascherine concepite per proteggere gli altri da chi le indossa e non viceversa), per lo più in carta, cotone, lavabili, a tre strati. Per i veri e propri dispositivi di protezione individuale, quelli dotati di filtro FPP2 e FPP3, la disponibilità è minore se non addirittura inesistente (per le FPP3).

In una farmacia di Napoli una mascherina definita «chirurgica» viene venduta a 6 euro e 50 centesimi al pezzo, ben il 1200% in più rispetto ai 50 centesimi del minimo venduto a Milano. In media, una mascherina chirurgica è venduta a circa 2 euro al pezzo, una FPP2 a quasi 10 euro e una FPP3 (trovata in un solo punto vendita) a 35 euro. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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