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Al pacchetto lavoro 6-7 miliardi sul tavolo rinnovo Cig e riforma

Di Marianna Berti |

ROMA. I tecnici del governo e dell’Inps sono al lavoro per prendere le misure al budget che sarà necessario per rifinanziare la cassa integrazione d’emergenza. Cig in scadenza dopo l’estate, ma già esaurita da aziende che non hanno potuto riaprire. L’Inps fornirà a breve, si attende in settimana, il dato sul tiraggio dell’ammortizzatore a maggio. Da lì si potrà capire di che numeri si parla e calibrare la ripartizione dei fondi in vista del prossimo decreto.

Ma la vicepresidente dell’Inps, Marialuisa Gnecchi, avverte che si potrà trattare di una «stima» basata su un campione. Per la cifra «reale» toccherà aspettare l’autunno.

Un’attesa non sopportabile. Anche perché viaggia in parallelo con la cassa anche la proroga del blocco ai licenziamenti, ad oggi valida fino al 17 di agosto. Secondo Gnecchi, la linea da seguire nell’erogare ulteriori risorse non è quella del settore. Si era parlato della filiera legata al turismo, per esempio. Piuttosto, dice, occorre dare «molto» a chi ha bisogno e può dimostrare «forti perdite di fatturato».

In ballo, da destinare al pacchetto lavoro, ci sarebbero 6-7 miliardi di euro. La Cig è sicuramente prioritaria. E lo stesso lo stop alle espulsioni di lavoratori. Licenziare, da quel che si prefigura, non sarebbe possibile laddove si usufruisce della Cig. Come se non fosse già abbastanza chiaro, il sindacato con la Uil, per bocca del segretario generale Pierpaolo Bombardieri, ricorda di essere pronto a una «mobilitazione generale».

La richiesta è allungare tutto fino al termine dell’anno. Dichiarazioni che risuonano alla vigilia dell’incontro tra la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, e le organizzazioni dei lavoratori. La riunione è in programma giovedì. All’ordine del giorno la riforma degli ammortizzatori. Un intervento su cui i sindacati concordano, ma prima vogliono rassicurazioni su, appunto, rifinanziamento della Cig e stop ai licenziamenti.

La questione ormai non verte tanto intorno al «se» ma al «come». C’è sempre la possibilità, la speranza, che di fronte a un basso tiraggio della cassa si possa estendere il rinnovo, fino a un raddoppio delle settimane, a tutti i settori.

Intanto, c’è un fronte pensioni che si riaffaccia, complice la dura trattativa in Ue per il “Recovery Fund”. La vice presidente dell’Inps suggerisce di «lasciare» Quota 100 fino alla sua scadenza naturale. Il rischio di una fine prematura sarebbe una nuova ondata di esodati. Certo che la spesa per le pensioni non sembra destinata a ridursi, vista anche la sentenza della Consulta sull’invalidità civile. A riguardo, secondo Gnecchi, un intervento sulla disabilità e sui caregiver «non è più rinviabile».

Intanto ieri è ripartito il confronto tra il ministero del Lavoro e le parti sociali, sindacati e associazioni d’impresa sulla sicurezza. Dal tavolo è emerso che, a fronte di oltre 6 mila controlli sulle misure anti-contagio, sono state 286 le imprese sospese. Poco meno di 5 su 100.

Intanto, la Fondazione studi consulenti del lavoro ha evidenziato che «con il messaggio n. 2856 del 17 luglio 2020, l’Inps ha fornito tardive indicazioni riguardo alla presentazione delle domande di proroga dei trattamenti di Cassa integrazione in deroga da parte delle aziende plurilocalizzate. In particolare, l’Istituto ha precisato che la procedura informatica per la presentazione delle domande sarà resa disponibile dal 24 luglio 2020 con la pubblicazione di uno specifico messaggio in cui si forniranno le istruzioni tecniche in merito. Posta, dunque, l’inesistenza attuale dell’iter, si aggiunge il problema riguardante la gestione delle domande presentate all’Istituto dalle aziende attraverso i diversi canali utilizzabili, per rispettare le disposizioni di cui all’articolo 1 comma 2 del decreto legge 16 giugno 2020, n. 52, con cui il legislatore ha previsto termini di decadenza per la presentazione delle istanze».

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