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La famiglia di Viviana non ci sta: «Non ha ucciso Gioele e non si è suicidata»

Di Mimmo Trovato |

«Viviana non si è uccisa e non ha ucciso il piccolo Gioele». Lo ripete per tutta la giornata la famiglia della dj Viviana Parisi trovata morta l’8 agosto scorso a Caronia, nel Messinese, dopo essere scomparsa cinque giorni prima col figlio Gioele di 4 anni.

Respingono con forza la tesi dell’omicidio-suicidio, certi che «l’amasse più della sua vita». E’ una tesi condivisa, sin dal primo momento, dal marito, Daniele Mondello, che ieri aveva definito «le ricerche un fallimento» e anche oggi torna a puntare il dito sulla macchina dei soccorsi. Su Facebook scrive «Non so cosa pensare: lo stavano cercando così a mio figlio?», postando un filmato che mostra un cameraman che sta riprendendo il cammino di un militare per realizzare, probabilmente, un “video di copertura” per servizi di un telegiornale o di una trasmissione televisiva. Nessuna replica da parte dei soccorritori.

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, sottolinea che ci sono ancora «troppi interrogativi senza risposta in questa tragica vicenda per poterla accettare con cristiana rassegnazione, ma non è certo il momento delle polemiche». Polemiche che non vogliono neppure i legali delle due famiglie che invitano «al rispetto del loro dolore e al silenzio».

Ma puntualizzando: «Non c’è stato alcun tentativo di suicidio da parte di Viviana». Lo mettono nero su bianco gli avvocati della famiglia Mondello, i penalisti Pietro Venuti e Claudio Mondello: il 28 giugno scorso, ricostruiscono, la donna è stata portata al Policlinico di Messina perché le era venuto «il dubbio di avere assunto un quantitativo leggermente maggiore del farmaco prescrittole, 5-6 pillole», secondo la cognata. Uno scrupolo di «familiari solerti, attenti, amorevoli e premurosi». E dal “verbale di pronto soccorso”, reso noto dai legali, si evince che è stata accolta in “codice giallo” e descritta come “paziente in atto eupnoica (frequenza respiratoria normale, ndr), in atto vigile, orientata, collaborante, cute e mucose rosee».

«Circa due ore dopo l’accesso – sottolineano gli avvocati – Viviana era a casa. Il giorno seguente: a mare con la propria famiglia».

Per i due nuovi penalisti in campo, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, nominati dalla famiglia di Viviana Parisi e che in passato sono stati impegnati in importati casi di cronaca, come i delitti di Sarah Scazzi ad Avetrana o di Meredith Kercher, la tesi dell’omicidio-suicidio è «forzata» e rappresenta «la facile via d’uscita».

E denunciano «l’amarezza per le pesanti indiscrezioni che stanno emergendo circa la vita privata e lo stato di salute di Viviana, che purtroppo non può più difendersi». «La donna stava sicuramente vivendo un periodo di reale affaticamento – riconoscono i due penalisti – ma non è emerso allo stato alcun elemento, neanche indiretto o latente, che possa far presupporre l’intenzione della stessa di uccidere suo figlio». Per fare chiarezza anche su questo punto la Procura di Patti ha disposto accertamenti su documentazione medica e clinica.

Intanto per non escludere alcuna ipotesi sono stati eseguiti, nella sede della polizia scientifica di Palermo, esami sui vestiti che indossava Viviana per verificare l’eventuale presenza di materiale organico o Dna di terze persone, per l’ipotesi, ritenuta poco credibile, di un aggressione da parte di uno sconosciuto.

Uno dei legali della famiglia Mondello, il cugino Claudio, ipotizza il doppio incidente: Gioele che scappa e Viviana che sale sul traliccio per cercarlo e cade. Intanto non sono stati ancora conferiti gli incarichi per l’autopsia sui resti del bambino di 3-4 anni trovati smembrati due giorni fa a Caronia. Che siano quelli di Gioele nessuno ha ormai dubbi, anche perché, oltre al riconoscimento delle scarpe e di parte di una maglietta da parte del padre, non risultano denunce di bambini scomparsi nella zona. Si cerca sempre una svolta definitiva nella ricostruzione del giallo di Caronia, la cui dinamica è chiara per polizia e magistratura fino all’incidente stradale che procura Viviana Parisi alla guida della sua auto e alla fuga, con il figlio ancora vivo, nelle campagne di Caronia. Resta ancora da verificare perché è scappata e cosa sia poi accaduto. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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