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Gioele, l’ex carabiniere che ha trovato resti: «Ho cercato dove altri non erano stati»

Di Redazione |

Caronia (Messina) – “E’ stato un dono di Dio”. Così Giuseppe Di Bello, il carabiniere in congedo di 55 anni che ha ritrovato i resti umani di un bambino che “quasi certamente” è Gioele, risponde ai cronisti che gli chiedono come abbia fatto a trovare il corpo che da giorni si stava cercando. “L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato”, ha aggiunto Di Bello, spiegando di aver fatto il ritrovamento alle 10.28 e che il corpicino era “straziato da animali selvatici”. «L’ho trovato, l’ho trovato» sono state le parole raggelanti che è riuscito a pronunciare nell’immediato. Davanti a lui si è ricomposto improvvisamente un quadro terrificante.

Il militare in congedo questa mattina aveva raccolto l’appello di Daniele Mondello, padre di Gioele, unendosi ad alcune centinaia di volontari che hanno cominciato a perlustrare la zona attorno all’autostrada Messina-Palermo. L’uomo, arrivato a Caronia già alle 5 del mattino, dopo aver trovato i resti ha chiamato i vigili del fuoco che a loro volta poi hanno girato la segnalazione al magistrato che coordina l’inchiesta, il procuratore di Patti Angelo Cavallo, e alla polizia scientifica. Francesco Radicic, un altro volontario che era insieme all’ex carabiniere, ha detto che Di Bello era molto motivato: «aveva in mano una falce con cui si è fatto largo in mezzo ai rovi e a una fitta vegetazione fino a trovare i resti». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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