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Covid e turismo: la delusione degli albergatori Torrisi: «Difficile uscire da una laguna di m….»

Di Gianluca Reale |

Palermo – Alberghi e settore turistico sulle spine. In tanti si aspettavano qualcosa di più dal decreto “Rilancio” varato dal governo Conte. Ma soprattutto vorrebbero certezze sulle procedure e le regole di sicurezza da seguire, senza che siano impraticabili, sulle date di riapertura progressiva dei confini, per poter programmare l’accoglienza di clienti dalla Sicilia, dall’Italia e dall’estero. Per uscire da una situazione che senza eufemismi il presidente di Federalberghi Sicilia, Nico Torrisi, definisce «una laguna di m…». Poco altro da aggiungere.

Una situazione che per Ornella Laneri, presidente di Aidda Sicilia e imprenditrice di lungo corso nel settore ricettivo di fascia alta, è presto fotografata: «Oggi abbiamo solo il 10% delle camere occupate e fondamentalmente solo da chi viaggia per lavoro. A marzo 2020 abbiamo fatto il 10% del fatturato di marzo 2019. Purtroppo vedo un anno di assoluta sofferenza. E dire che per il 2020 era stato previsto un vero boom, la Sicilia era data come seconda destinazione più scelta nel mondo. Invece, credo che per tornare ai numeri previsti per quest’anno dovremmo attendere 6 o 7 anni».

Le misure previste dal dl “Rilancio”? Lo stop alla prima rata Imu per alberghi, ostelli, b&b, stabilimenti balneari, terme e campeggi e tax credit per chi sceglierà le vacanze in Italia, con un buono fino a 500 euro per le famiglie con Isee fino a 40mila euro da spendere in parte nelle strutture ricettive e in parte da scontare dalle tasse. «Ancora non abbiamo capito bene come funzionerà il bonus, passo le notti a leggere tutto, ma è ancora troppo presto per giudicare un provvedimento che magari subirà modifiche ed emendamenti. Ci sono cose interessanti – aggiunge Laneri – ma non risolutive. Bene anche i voucher della Regione, ma noi vogliamo lavorare, vogliamo essere messi nelle condizioni di lavorare. Il supporto economico non serve se vengo privato della possibilità di aprire. Ci sono due cose che vorremmo sapere. Uno, aspettiamo le linee guida e le direttive Inail sulle procedure, perché siamo tutti molto spaventati dalla spada di Damocle dell’infortunio sul lavoro (nel caso di contagio) per i nostri dipendenti. Senza linee guida chiare, molti rischiano di non riaprire. Sono state proposte dalle associazioni di categoria, Confindustria, Federalberghi e Assohotel, le stiamo aspettando. Secondo: dateci delle date certe sulla possibilità di movimento delle persone, in Italia e sul fronte estero, perché potremmo organizzarci di conseguenza. Quando riapriranno i confini? Io in questo momento ricevo richieste, molti di noi hanno tolto tariffa non rimborsabile, ma con date certe sapremmo cosa fare. Dall’estero tanti vorrebbero venire in Sicilia».

Per Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti quello del governo Conte è «un decreto molto atteso dal quale ci aspettavamo una più consistente considerazione verso un comparto, quello turistico, maggiormente colpito dall’impatto dell’emergenza sanitaria ed economica. Per le imprese ricettive – spiega Messina – l’onda lunga della crisi si protrarrà fino al prossimo anno, per questo chiediamo interventi più sostanziosi di liquidità immediata a fondo perduto, velocizzando al massimo la semplificazione dei procedimenti burocratici. La Francia oggi ha annunciato un piano Marshall per il turismo, serve subito uno choc positivo per un settore così strategico per l’economia del Paese e sostenere le imprese in questa crisi senza precedenti». Crisi che monta e di cui la stessa Assoturimo aveva dato i numeri un paio di giorni fa: un recente studio condotto da Cerved stima che, se il lockdown dovesse cessare a giugno, le imprese in Sicilia registrerebbero una perdita del volume di affari pari a 6 miliardi di euro, perdite che raggiungerebbero il valore di 11 miliardi di euro nel caso in cui la chiusura delle attività dovesse perdurare fino settembre. Una catastrofe. Per tutta la filiera: agenzie di viaggio, tour operator incoming, stabilimenti balneari, guide turistiche, alberghi, campeggi, strutture ricettive extralberghiere, noleggiatori, bus e autovetture con conducente, bar e ristoranti. A mancare, anche per Confesercenti Sicilia, sono «tempi e protocolli chiari che indichino le regole nel rispetto delle quali sarà possibile riaprire. Finora le ipotesi trapelate sui giornali, in molti casi, renderebbero diseconomico riavviare le attività».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA