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Joe Biden, il figlio del concessionario d’auto che ha conquistato la Casa Bianca

Di Redazione |

WASHINGTON  La Pennsylvania non l’ha tradito. Lo Stato dove Joe Biden è nato è risultato decisivo per la sua elezione a 46esimo presidente degli Stati Uniti. Tutto è cominciato in questo spicchio d’America. Nato nel 1942 a Scranton, da una famiglia modesta di cattolici originaria dell’Irlanda, a 10 anni lascia la cittadina per trasferirsi a Claymont, nella contea di New Castle, nel Deleware, dove il padre apre una concessionaria di auto usate. Sono anni in cui Joe Biden fa fatica ad integrarsi, bullizzato per la sua balbuzie, riesce comunque a compiere gli studi fino a laurearsi in Scienze politiche a Newark. Anni importanti per Joe, in cui prende coraggio, in cui supera il grande problema che lo aveva reso per tanto tempo fragile, ed in cui comincia ad appassionarsi alla politica. Dopo la laurea tenta la carriera forense, ma durerà pochissimo. Nel 1972, a 30 anni, viene eletto in Senato tra le fila democratiche. Ma non riesce a vivere appieno la soddisfazione di quella sua elezione; la sua vita viene infatti sconvolta da un lutto tremendo, la prima tragedia familiare che lo segnerà. La moglie Neila e i tre figli vengono coinvolti in un grave incidente stradale: la donna e la figlia più piccola, Naomi Cristina, di soli 13 mesi, moriranno per i traumi riportati.

Biden cercherà di crescere i due figli ritagliando tempo al suo impegno in Senato: la mattina a Washington, ogni sera su un treno che lo riporta nel Deleware per stare vicino ai due bambini. Nel 1988 tenta la prima scalata alla Casa Bianca. Partecipa alle Primarie democratiche, ma finisce per ritirarsi costretto da uno scandalo: copierà – spacciandolo per suo – un discorso del leader laburista britannico Neil Kinnock al quale si è sempre ispirato. Ci riprova nel 2008, ma la sua corsa alla presidenza appare difficile: contro ha un cavallo di razza, amato dalla base dem, soprattutto dai giovani e dalle minoranze, Barack Obama. Da avversario, oramai sconfitto, diventerà però il suo numero due.  

Con l’elezione di Obama, Biden guadagna un posto nel governo americano da vice presidente. Carica che verrà riconfermata 4 anni dopo. Alla conclusione dei due mandati per Obama, Biden appare essere l’erede perfetto a mantenere la guida dem alla Casa bianca, ma un altro lutto familiare lo allontanerà dalla corsa. A morire stavolta è il figlio Beau, ucciso a 46 anni da un tumore al cervello. Dedica gli ultimi 4 anni all’impegno nella lotta contro il cancro, ma con il passare del tempo avverte che la sua lunga carriera politica non è finita, non rassegnandosi ad un futuro da nonno.

Joe Biden, che per gli americani è lo “zio d’America”, per via di quel volto sorridente e la faccia da vecchio saggio, tenta quindi la corsa alle Primarie democratiche che vince. Incoronato per sfidare il presidente uscente Donald Trump, che lo punzecchierà più volte chiamandolo “sleepy Joe”, si tuffa nell’agone in uno dei momenti più difficili della storia americana. Da un lato è un Paese lacerato dalle tensioni sfociate dopo la morte per mano della polizia dell’afroamericano George Floyd, dall’altro è sfiancato dalla forza del coronavirus che miete morti in ogni angolo degli States e che fa degli Stati Uniti il Paese con il numero maggiore di contagiati. 

Biden cerca quindi di impostare la campagna elettorale riportando al centro del dibattito l’importanza dei diritti, lui che ha sempre avuto un buon rapporto con la comunità afroamericana e i latinos, mentre sugli effetti della pandemia accuserà Trump di negligenza nella lotta al Covid. I sondaggi lo daranno vincitore con un ampio distacco di voti, vaticinando una marea blu. Vittoria schiacciante che alla fine non c’è stata. Ora per lui si presenta il momento più difficile della sua lunghissima carriera politica: unire un Paese diviso ed estremamente dilaniato al suo interno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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