Cronaca
L’imprenditore Malfitano vuota il sacco e inguaia l’ex sindaco di Licata Balsamo
“Oggi mi sento meglio dopo aver raccontato finalmente la verità alla Giustizia. Inoltre mi sembra ingiusto che io abbia subito una condanna per fatti e vicende in cui non avevo alcun interesse diretto”.
Finisce così un verbale di interrogatorio sottoscritto lo scorso 27 luglio avanti il procuratore aggiunto della Repubblica di Agrigento, Salvatore Vella, dal piccolo imprenditore con la passione della politica, e dipendente di un’agenzia di pompe funebri di Licata, Carmelo Malfitano, 58 anni. L’uomo è stato condannato in primo grado per favoreggiamento personale in favore dell’allora sindaco di Licata, Angelo Balsamo. Balsamo e gli altri imputati erano accusati di corruzione in atti giudiziari, falsa testimonianza, calunnia, nell’ambito di un risarcimento per un incidente stradale.
Secondo l’accusa, Malfitano si adoperò, su richiesta di Balsano, affinché ammorbidisse la posizione di una teste e di una denunciante così riassunta dalla Procura nel capo di imputazione: “Andando a casa della coindagata Mary Ann Casaccio, che aveva reso dichiarazioni accusatorie a carico di Angelo Balsano dinanzi al pm nel 2013, e chiedendole espressamente alla stessa di togliere di mezzo tutte le questioni che aveva con Angelo Balsano; andando a casa sempre nel 2013, di Anna Oliva, madre della coindagata Mary Ann Casaccio, chiedendole espressamente di convincere la figlia Mary Ann Casaccio a togliere di mezzo tutte le questioni che aveva con Angelo Balsano; il 14/01/2014, sentito come persona informata sui fatti dinanzi al pm, negava di aver parlato con le sorelle Mary Ann Casaccio e Angela Casaccio delle indagini a carico di Angelo Balsano e di aver chiesto a Mary Ann Casaccio di togliere di mezzo tutte le questioni che aveva con Angelo Balsano”.
A distanza di 6 anni e dopo una condanna per favoreggiamento, Malfitano si è presentato spontaneamente dal pubblico ministero ed ha vuotato il sacco.
Ha ammesso tutto, anzi ha rincarato la dose, mettendo ulteriormente nei guai l’ex sindaco di Licata che nel processo di primo grado era stato sì condannato per concorso in falsa testimonianza a due anni e mezzo di carcere ma assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari e calunnia.
Malfitano racconta ai giudici come sia stato contattato da Balsamo, ordinandogli di lasciare il cellulare in una stanza e parlare poi su una panchina sita nello spazio adiacente lo studio legale dell’ex sindaco. E aggiunge molti particolari. In primis la promessa elettorale di fargli ottenere una quarantina di voti alla figlia, candidata al Consiglio comunale di Licata in una lista a sostegno di Balsamo che in quelle elezioni, del 2013, vinse al primo turno.
E poi Malfitano aggiunge: “Angelo Balsano era molto preoccupato, perché mi disse che se la Bonsignore avesse raccontato tutto lui rischiava 10 anni di galera e la radiazione dall’albo degli avvocati; era quindi una situazione molto seria. Angelo Balsano mi disse che avrei dovuto dire alla Bonsignore di dichiarare falsamente queste cose: nei due incontri che la Bonsignore aveva avuto nello studio di Angelo Balsano, nei quali avevano messo su carta la descrizione dell’incidente, Angelo Balsano non era mai stato presente e che, per lo studio Balsamo, aveva fatto tutto un’avvocatessa, collaboratrice dello studio Balsamo, compreso lo schizzo dell’incidente. In realtà, Balsamo mi disse che era stato lui ad organizzare tutto e a dire alla Bonsignore cosa doveva dichiarare per far vincere il processo al figlio di Mary Ann Casaccio”.
Prima di chiudere il verbale, Malfitano specifica: “Io allora rimasi molto male per il comportamento di Angelo Balsano che non mantenne la promessa nei miei confronti e nei confronti di mia figlia. Oggi so che lui va dicendo in giro che farà chiudere la ditta “Nuova La Sfinge S.r.l.”, società di onoranze funebri alla quale sono molto affezionato e per la quale lavoro, in quanto Angelo Balsano è il legale di fiducia e molto vicino alla società cooperativa “Aronica e Caico”, società di onoranze funebri nostra concorrente a Licata”.
Adesso il processo d’appello – che si celebra su ricorso dell’allora procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo e del sostituto Salvatore Vella – ricomincia da qui, dal verbale di Malfitano depositato oggi sostituto procuratore generale Caterina Bartolozzi che ha già chiesto condanne per tutti gli imputati. Per Balsamo ha chiesto il doppio della pena inflitta in primo grado: cinque anni. E riprenderà il prossimo 29 ottobre. Per la sentenza prevista a breve, bisognerà pazientare ancor di più.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA